Asia Argento, una delle attrici che ha ammesso di essere stata tra le vittime delle violenze di Harvey Weinstein è diventata lei stessa un caso. Perché se da una parte le sue confessioni hanno fatto clamore, aprendo probabilmente una ferita mai del tutto rimarginata, dall’altra sono state numerose le repliche e gli attacchi da parte di altre donne. Ed è questa, a detta dell’attrice italiana, la cosa realmente sconvolgente, quella “criminalizzazione delle vittime delle violenze”. Dopo essere rimasta in silenzio in seguito alla denuncia contro il produttore di Hollywood finito nel vortice dello scandalo, alla fine la figlia di Dario Argento ha voluto (e forse dovuto) rompere il silenzio, e lo ha fatto dopo le polemiche che l’hanno travolta, soprattutto da parte di donne che hanno messo in dubbio la veridicità delle sue stesse confessioni. “Cercare di ricostruire quello che è successo vent’anni fa è stato difficilissimo, credetemi. Mi sono messa in gioco in prima persona e ho fatto in modo che anche altre donne potessero parlare”, ha ammesso oggi a La Stampa. La prima domanda è proprio legata al motivo per il quale Asia avrebbe deciso di parlare solo ora e denunciare. L’attrice fa notare come in tante abbiano deciso di farlo a distanza di molto tempo. A spiegare cosa si celi dietro la tardiva denuncia è la stessa Argento: “Prima non c’erano stati scandali sessuali come quello di Bill Cosby. E se avessimo parlato allora, noi donne non saremmo state credute. Saremmo state trattate come delle prostitute. Come, tra l’altro, sta succedendo qui in Italia”. E mentre nel resto del mondo nessuno avrebbe criticato o messo in dubbio il suo comportamento, lo stesso non sembra essere accaduto in Italia.
ASIA ARGENTO: “NON PARLAI PERCHÉ TENEVO ALLA MIA CARRIERA”
La differenza tra la Asia di oggi e quella del passato sta proprio nel riuscire a sopportare tutto questo: “Mi creda: dopo quel giorno, non sono più stata la stessa persona”, dice. Poi ripercorre quanto accaduto quando aveva appena 21 anni, di quella “vergogna incredibile” rimasta incompresa per anni, prima di capire di essere stata anche lei vittima. “E per tutto il tempo mi sono sentita colpevole di non essere scappata via, di non aver avuto la forza di dire no”, dice. Ha ammesso di essersi opposta “dieci, cento, mille volte” a Weinstein, che però l’avrebbe divorata. “Un orco in mezzo alle gambe è un trauma. Io ero una ragazzina. Questa è una cosa che ricordo ancora oggi. Una visione che mi perseguita”, racconta. Asia ammette di non aver parlato all’epoca dei fatti, nel 1997, per paura di non essere creduta. Solo un anno prima nel nostro Paese lo stupro era stato considerato crimine contro la persona. “E poi sì, era per la mia carriera! Un tempo io ci tenevo tantissimo alla mia carriera”, ammette, ormai senza vergogna. Lei non voleva nulla dal produttore hollywoodiano, ma al tempo stesso non voleva neppure che la distruggesse. Qualcuno intanto ha insinuato che lei abbia avuto anche una relazione con Weinstein dopo la violenza: “Questa è un’assurda falsità. Una bugia orrenda”, dice. Lui, di contro, mesi dopo lo stupro continuò a cercarla, offrendole pellicce e appartamenti. “Lo incontrai nella camera di un albergo, nel salottino. Con lui c’era una sua assistente. Ricordo che vedendola mi sentii sollevata”, ricorda oggi. Ma quella sua assistente ben presto andò via ed ancora una volta, stando ai suoi racconti, Weinstein abusò di lei per la seconda volta: “Allora mi sentii doppiamente in colpa”.
LA QUERELA AL QUOTIDIANO LIBERO
Eppure per anni, decenni, lo scandalo emerso solo ora sarebbe rimasto nell’ombra. “Weinstein era un predatore seriale”, racconta Asia Argento, “Se lo scandalo non è uscito prima, è perché lui insabbiava tutto. Ha pagato non solo donne, ma anche giornali e giornalisti”. Dopo quell’episodio, l’attrice smise di credere a tutto ciò che riguardava il suo lavoro. Oggi che quel vaso di Pandora è stato scoperchiato proprio a partire dalle sue confessioni, Asia spera che sempre più donne possano dire basta di fronte alle violenze. Dopo essersi liberata del doppio peso che per anni si è portata dietro, l’attrice non riesce tuttavia a dimenticare gli attacchi della tante donne (solo nel suo Paese, ci tiene a ribadire) le hanno rivolto. Ma ha dovuto fare in conti anche con un editoriale pubblicato sul quotidiano Libero a firma di Renato Farina dal titolo emblematico: “Prima la danno poi frignano e fingono di pentirsi”. Asia nei giorni scorsi ha annunciato via Twitter di aver querelato il giornale, “per aver offeso la mia dignità di donna e leso la mia reputazione con il loro pessimo articolo”. La replica di Libero non si è fatta attendere: “Asia Argento denuncia Libero. Poteva aspettare 20 anni”.
ASIA ARGENTO, NUOVE ACCUSE CONTRO UN ATTORE/REGISTA ITALIANO?
Oggi, mentre risuonano ancora le parole di Asia e del suo doppio stupro subito da Weinstein, come un fulmine a ciel sereno arriva una nuova confessione choc da parte dell’attrice su Twitter. “#quellavoltache un regista/attore italiano tirò fuori il suo pene quando avevo 16 anni nella sue roulotte mentre parlavamo del “personaggio””, scrive la figlia di Dario Argento, ed è già toto-nome nello spazio dedicato ai commenti. Una nuova bomba starebbe per esplodere in questo contesto già delicatissimo in cui sono in tanti a crederle. “Coraggio, nonostante la scandalosa pubblica gogna che hai dovuto sopportare. Tanto coraggio”, c’è chi replica sotto il suo ultimo tweet destinato a far discutere. Ma c’è anche chi parla di strategia e chi si domanda come tutto questo sia potuto accadere, nonostante avesse un padre regista già molto celebre. Infine c’è chi avanza la scusa della “visibilità”, che associata ad una violenza, come quella denunciata dall’attrice, stride non poco.