AL LINDAU NOBEL LAUREATE MEETING

Francesco Sauro è di sicuro uno dei ricercatori universitari più importanti in Italia e protagonista del recente Lindau Nobel Laureate Meeting, l’incontro annuale che raccoglie premi Nobel e grandi scienziati per un incontro con i più giovani ricercatori del territorio internazionale. Il nome di Sauro rientra infatti nella top 10 stilata dal Time riguardo ai giovani che potrebbero davvero cambiare il mondo, grazie ai suoi studi in speleologia e geologia. Sua la scoperta del più lungo sistema di grotte quarzitiche esistente nel mondo, individuato nell’America del Sud, nella regione dei Tepui, e motivo che gli ha permesso di partecipare al Meeting come ricercatore Unibo. Durante l’incontro, che gli ha permesso di confrontarsi con il premio Nobel per la chimica, Martin Chalfie, Sauro ha raccontato quali studi sta realizzando grazie all’Alma Mater di Bologna e delle sue precedenti scoperte in suolo venezuelano. Questa sera, martedì 17 ottobre 2017, sarà fra gli ospiti di Fabio Fazio a Che Fuori Tempo che Fa, per parlare delle sue ricerche e delle sue prossime aspirazioni. Francesco Sauro non ha di certo abbandonato l’esplorazione e di ricerca, anche se è professore di Geologia all’università di Bologna, passione che unisce al ruolo di consulente per l’Agenzia Spaziale Europea. Contribuisce infatti all’addestramento degli astronauti che si impegneranno nelll’esplorazione dei pianeti in future missioni. Il nome di Francesco Sauro è ormai diventato famoso per la sua scoperta delle grotte di Imawarì Yeuta, il sistema più grande al mondo presente al di sotto dell’altopiano di Auyàn-tepuì. Il ricercatore ha infatti guidato una spedizione nel 2013 in Venezuela, riuscendo ad esplorare per la prima volta l’attuale più antico sistema di grotte accessibili del nostro pianeta. In una recente intervista a Wired, Sauro ha sottolineato di aver potuto tagliare questo tipo di traguardo grazie all’associazione La Venta, con cui collabora da un decennio e di cui riveste ad oggi il ruolo di Vice Presidente. Riguardo alla sua scoperta ha specificato invece che inizialmente si pensava che in quella particolare zona del Venezuela non potessero esserci delle grotte, dato che il massiccio è composto al 90% di quarzo e quindi in contrasto con la formazione di grotte. Un dato che va in contrasto con quanto è presente nelle leggende locali, in cui si dice che il massiccio sia l’habitat naturale di spiriti di vario tipo che escono al di fuori delle grotte in cui dimorano per portare calamità e pioggia.



FRANCESCO SAURO, L’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA E LE SPEDIZIONI IN SUDAMERICA

Nato nel 1984, Francesco Sauro è un geologo italiano specializzato in speleologia e nello specifico nello studio delle rocce quarzitiche. Sono circa 30 le spedizioni che lo hanno portato in giro per tutto il mondo, dall’Asia Centrale al Sud America, alla guida di diversi team di ricercatori. E’ stato insignito quattro anni fa del Rolex Award Enterprise per la scoperta delle grotte più antiche del nostro pianeta, una ricerca che ha unito allo studio e l’esplorazione dei sistemi carsici della nostra Italia. Nella sua carriera ha approfondito a lungo le grotte della Spluga della Preta e del Pisatela, per poi concentrarsi nelle Filippine per fare delle ricerche nel Saint Paul Karst System. Qui ha continuato a monitorare l’influenza delle maree e la conduttività delle acque di grotta, oltre alle consuete analisi chimiche della roccia.

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