Esordio flop per Celebration, lo show di Rai 1 condotto da Serena Rossi e Neri Marcorè in concorso di colpa. Sì, perché i due neofiti del piccolo schermo hanno in egual misura contribuito a rendere monotona (e mononota) la serata di sabato 14. Non è andata meglio ieri: la seconda puntata di Celebration è la copia conforme della prima e, come tale, ne assume le conseguenze. «Questa sera ascolteremo le canzoni che tutti conosciamo». Serena Rossi mette le mani avanti: come anticipato, è una serata dal gusto nazionalpopolare. «Niente azzardi», si è raccomandato Angelo Teodoli. Poi (r)assicura: «Non mancheranno le chicche e gli aneddoti del nostro Ernesto Assante». Una delle poche note di merito del programma, sospiriamo… di sollievo. Niente ospiti per i primi dieci minuti: Serena e Neri se la cantano e se la suonano. Letteralmente. Poi entra in scena Gaetano Curreri, che, guarda un po’, tesse le lodi dei pigmalioni Lucio e Vasco. Voto: 5. Una Chiara poco convincente canta Call Me di Blondie. Niente da fare: il rock non fa per lei. Voto: 4. Più che una cover, quella di Paola Turci è un’imitazione in piena regola. Di Patti Smith, se non si fosse già capito. D’altra parte, la Turci non è nuova agli omaggi al limite del plagio. Voto: 4.
Piero Pelù “spacca” sulle note di (I Can’t Get No) Satisfaction. A fine esibizione, Marcorè domanda retoricamente: «Ma com’è nato, questo brano dei Rolling Stones?». E allora Pelù fraintende, rubando la scena a Ernesto “Rockinpedia” Assante. «È nato, credo, da un riff di chitarra di Keith Richards…». Non un peccato di presunzione, ma una mera e propria gaffe. «Guarda, c’è chi ne sa più di noi», lo interrompe Marcorè. Pelù non si offende; è lo stesso Assante a rendergli merito, nonostante il (vano) tentativo di rubargli la scena. Voto: 7. Alla gag. Ermal Meta delude le aspettative: le cover di stasera sono ben distanti dall’ottima Amara terra mia di sanremese memoria. Voto: 5.