Il film Giorni e nuvole racconta la crisi del lavoro avendo come oggetto primario della sua attenzione l’equilibrio familiare. I protagonisti sono Elsa e Michele, interpretati dalla bravissima Margherita Buy che ha vinto un David di Donatello con questo film e dal convincente Antonio Albanese. I due rappresentano la ricca borghesia di Genova, dove il marito è un affermato imprenditore, mentre la moglie si è appena laureata e passa il tempo a coltivare il suo amore per l’arte lavorando gratuitamente per far tornare alla luce un affresco da un vecchio soffitto di un palazzo.
La coppia passa il tempo tra feste, cene al ristorante e litigate con la figlia Alice perché ha mollato gli studi mettendosi a lavorare con il suo ragazzo nella gestione di un piccolo ristorante. Questo quieto vivere viene però interrotto bruscamente dalla notizia riportata una mattina da Michele: è stato “fatto fuori” dal suo socio storico. Alla moglie che chiede spiegazioni scioccata sa rispondere solo che nel giro di pochi mesi saranno poveri.
In effetti di parole in questo film non ne vengono sprecate molte; dalla notizia della perdita del lavoro, infatti, il regista Silvio Soldini mostra il lento sprofondare della coppia verso una vita sempre meno agiata fino a vivere come due poveri disoccupati costretti a fare lavoretti saltuari da call-center.
Sarà interessante per chi vede il film seguire l’andamento del rapporto sentimentale della coppia e di come proverà a reagire alla sventura che le è capitata; all’inizio la reazione sarà razionale, nel controllare i conti. Con l’arrivo di altre notizie negative, però, le reazioni saranno emotive e poi isteriche.
Come diceva Platone, il miglior alleato del cambiamento è la necessità e i due genitori proveranno ad andare in tutte le direzioni per trovare aiuto e conforto. Avranno così l’occasione di approfondire il rapporto con la figlia, tentare di riprendere il dialogo con gli ex soci e addirittura si incroceranno con gli ex dipendenti, con i quali nasceranno dinamiche interessanti su cui riflettere.
Attenzione però, perché il film non si presta certo a finali banali e sdolcinati. Bisognerà seguire i due grandi attori fino alle ultime battute per capire se una coppia che perde tutto quello che aveva costruito con anni di sacrificio è ridotta a zero, come il conto in banca, o ha un punto da cui ripartire. Non tanto per tornare agli antichi splendori, ma almeno per compiere l’azione di sdraiarsi a terra e guardare in alto e vedere se il cielo ha previsto anche per loro qualcosa di buono.