Forte di tanti successi, Alessio Boni, ospite a Che fuori tempo che fa, è riuscito a conquistare il premio Traiano al Fiumicino Film Festival di quest’anno e il Premio Margutta per la sezione Cinema, nella dodicesima edizione della kermesse. È stato quindi un anno ricco per l’attore, che si prepara ad andare in scena in teatro il prossimo 27 ottobre con Lo stesso mare, al fianco di Simone Campa, Alessandra Osella e Celeste Gugliandolo. Il recital rivive un viaggio ideale fatto attraverso città e secoli, un racconto fatto di storie miste a leggende e poesia, che affiderà alla voce di Boni il ruolo di timoniere e narratore. Questa sera, Alessio Boni sarà fra gli ospiti di Fabio Fazio a Che fuori tempo che fa per parlare di questo suo nuovo progetto, che lo porta lontano dal mondo delle fiction che gli hanno permesso di raggiungere il successo. Impegnato nel sociale, l’artista sta seguendo inoltre diversi progetti, fra cui uno che riguarda la scolarità a Scampia, ed è testimonial del Cesvi, la onlus di Cooperazione e Sviluppo che si occupa dei diritti delle persone in tutti i Paesi del mondo. Boni è infatti impegnato nel volontariato fin dal successo riscosso con la fiction Incantesimo, che nel 1999 gli ha permesso di andare in Sud America e di vedere dal vivo realtà povere, fino a spingerlo ad impegnarsi in prima persona per condividere la propria fortuna con chi nella vita ne ha avuta di meno.
ALESSIO BONI, L’IMPEGNO NEL SOCIALE
In questi ultimi giorni, Alessio Boni ha parlato a lungo della sua esperienza con il volontariato grazie a diverse interviste. L’attore 51enne ha fatto della solidarietà uno degli zoccoli duri della propria vita, scegliendo di testimoniare in prima persona le realtà lontane dagli occhi di chi vive nei Paesi più agiati. Un’attività che svolge in prima linea, partecipando a raccolte fondi e realizzando reportage in grado di scuotere l’opinione pubblica. Un esempio è rappresentato dai primi documentari che Boni ha realizzato in Mozambico e Malawi per conto di Geo & Geo, grazie a cui ha scoperto quanto la popolarità possa incidere sulla solidarietà. Metterci faccia e cuore è diventato così uno dei suoi cavalli di battaglia, che gli ha permesso – fra le altre iniziative – di contribuire in modo attivo alla rinascita del distretto di Beitbridge, al confine fra Botswana e Sud Africa. Alessio Boni ha parlato infatti a lungo dell’evoluzione del progetto pilota, che ha visto la trasformazione dell’economica di sussistenza verso una logica di mercato. La comunità del posto sta riuscendo infatti a migliorare la qualità della vita grazie alla vendita dei raccolti a società di respiro internazionale.
GLI INIZI DELLA CARRIERA
Alessio Boni è di certo uno degli attori più in vista degli ultimi anni, apprezzato dal pubblico italiano per tanti lavori di successo sia sul piccolo che sul grande schermo. La sua nascita avviene nel ’66 a Sarnico, all’interno di una famiglia in cui il padre era artigiano. Lavora infatti al fianco del genitore come piastrellista in provincia di Bergamo, per poi spostare l’attenzione verso la Polizia di Stato per un anno e mezzo. Decide però di partire verso la California appena ventenne e mettersi alla prova grazie a diversi lavori, prima di rientrare in Italia per diventare animatore turistico. L’incontro con il mondo dello spettacolo avviene invece alla fine degli anni ’80, quando Boni inizia a lavorare nei fotoromanzi ed a teatro, debuttando poi nel ’90 con il film Il Mago, diretto da Ezio Pascucci, in cui si affianca a grandi nomi del cinema internazionale come Anthony Quinn e Howard Ross. L’incontro con Luca Ronconi, regista teatrale, gli permette poi di affinare le tecniche apprese grazie al diploma in arte drammatica, per poi approdare sul piccolo schermo grazie a La donna del treno, una miniserie di Carlo Lizzani.