La storia che è andata in onda nel programma ‘Le Iene Show‘ è una di quelle che potrebbero capitare a tutti. E’ la storia di Cesare, un bambino nato da una relazione tra una mamma croata e un papà italiano che, intervistati, hanno raccontato versioni completamente divergenti. Ma andiamo con ordine. Questa, in sintesi,la vicenda: la mamma di Cesare dopo 8 mesi dalla nascita del figlio decide di scappare dall’Italia con il bambino, portandolo a vivere in Croazia con sé. Il padre, naturalmente, cerca in tutti imodi di riprenderselo, sporgendo denuncia per sottrazione di minore e rivolgendosi sia alla polizia che a investigatori privati. La versione dell’uomo è chiarissima e accusa la madre di aver instaurato col figlio un rapporto morboso, quasi malato, a tal punto da non volergli nemmeno farlglielo tenere in braccio. L’uomo poi afferma che la madre lo porterebbe in giro per il mondo nascondendolo alle autorità, trapiantandolo di bosco in bosco, senza farlo stare a contatto con il mondo reale. Il bambino, secondo la versione dei fatti dell’uomo, sarebbe cioè un selvaggio, che non ha frequentato le scuole e che non conosce nulla del mondo circostante.



LA VERSIONE DELLA MADRE

L’uomo, intervistato, appare distrutto: dimagrito a tal punto che le sue guance sono incavate. Povero, inoltre: gli investigatori lo hanno privato di tantissimi soldi e, per rientrare dell’esborso, questo papà ha dovuto vendere la sua azienda. Le Iene, incuriosite, si sono recate in Croazia per sentire la versione dei fatti della mamma. Con grande sorpresa, però, quello che hanno trovato è stato esattamente l’opposto. Il bambino vive in una casa normale, è sano, pulito e ha degli amici come tutti i bambini. Va a scuola normalmente: la mamma infatti ha spiegato che in Croazia la scuola inizia a sette anni e non a sei, come avviene in Italia; inoltre possiede tutte le vccinazioni come prescrive la legge. La donna poi parla di alcune registrazioni in cui il bambino la chiamava al telefono per venirla a prendere perché non voleva stare con il padre, considerato alla stregua di un perfetto sconosciuto. L’uomo, infatti, sempre secondo la versione dei fatti della donna, non sarebbe interessato al bambino ma solo a una sorta di vendetta personale nei suoi confronti.



LO PSICOLOGO

La situazione dunque è complessa e di difficile gestione. Alla base di tutto bisogna riconoscere che il bambino è sempre vissuto in Croazia, parla la lingua croata e non sa nulla dell’Italia. E’ stato ascoltato infatti uno psicologo infantile che, al riguardo, ha spiegato chiaramente che ‘sottrarre un bambino dal proprio ambiente naturale per trapiantarlo in uno sconosciuto sarebbe una scelta disastrosa.’ Lo psicologo ha anche osservato da vicino il bambino e lo ha giudicato ‘molto dolce’; se dovesse subire un trauma del genere (il ritorno forzoso in Italia) le cose potrebbero cambiare. Della stessa idea sono anche le convenzioni internazionali che, al riguardo, dicono chiaramente che l’opinione del bambino deve essere ascoltata e che non può in alcun modo non essere tenuta in considerazione. Ricordiamoci, infatti, che alla base di tutto è questa la cosa più importante: che il bambino stia bene e che non esca eccessivamente traumatizzato da questa spiacevole situazione. La cosa migliore, quindi, sarebbe riuscire a instaurare un dialogo e a iniziare cercare un punto d’incontro tra le parti.



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