Enrico Vanzina si esprime a muso duro sul cinema italiano, che da qualche anno è entrato in una crisi irreversibile. Chi più di lui può in effetti dare una corretta definizione di un mondo che conosce oramai da tanti, tantissimi anni? Vanzina, classe 1949, è assieme a suo fratello Carlo uno dei registi più prolifici del panorama cinematografico italiano con all’attivo un centinaio di film. Proprio in virtù di questo, quindi, il romano ha potuto dare una chiara fotografia del mondo della pellicola, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti. In particolare, quello che preoccupa Vanzina è l’incasso contenuto dei tanti film che si girano ogni anno: ‘Si girano all’anno circa 100-150 film e di questi solo uno scarso 20% è davvero buono. I nostri film sono tutti uno uguale all’altro, si somigliano tutti perché gli attori sono sempre gli stessi, sono sempre quelli.’ ha detto sulle pagine del quotidiano ‘La Verità’. Continua Vanzina: ‘Pensiamo a grandi attori come Troisi, Benigni, Verdone, Nuti: alla fine si sono dovuti mettere a fare i film per conto proprio e noi [io e Carlo,ndr] abbiamo dovuto fare film corali perché non ci sono grandi interpreti.’



ENRICO VANZINA E IL CASO WEINSTEIN

Archiviato il problema degli attori nel cinema italiano, Enrico Vanzina si sposta su uno scottante argomento di cronaca che sta infiammando tutte le pagine dei giornali: il caso Harvey Weinstein. L’accusa di molestie sessuali, partita dalla nostra Asia Argento, si è poi allargata a macchia d’olio e ha coinvolto tantissime attrici di Hollywood. Naturalmente l’uragano si è abbattuto soprattutto su Weinstein, che in pochi giorni ha visto il proprio mondo crollargli addosso. Sullo scottante caso del produttore di Hollywood maniaco di sesso, Enrico Vanzina ha le idee piuttosto chiare: ‘I suoi sono stati comportamenti ossessivo-compulsivi assolutamente ingiustificabili e inqualificabili.’ Poi, però, ammette: ‘Non dobbiamo essere ipocriti, i Weinstein sono ovunque: nel mondo del cinema, sui giornali, in televisione. Purtroppo al mondo esistono tanti maschi predatori e tantissime donne con la “camicetta trasparente” che si offrono di buon grado e in modo assolutamente volontario.’ Una visione chiara la sua, che non grida allo scandalo per un fatto che chi è nell’ambiente conosce benissimo e sa essere la normalità.



IL RICORDO DI PAPA’ STENO

Di padre in figlio. Non molti sono a conoscenza del fatto che i fratelli Vanzina, Carlo ed Enrico, sono figli d’arte. Il padre, infatti, era il famoso Steno, autore estremamente prolifico così come lo è la sua prole. Steno è stato un regista di riferimento per i primi anni del cinema italiano, ancora innocente e puro, distante anni luce da quello che è diventato al giorno d’oggi il mondo della cinematografia italiana. Il ricordo di Enrico Vanzina è vibrante: ‘Lui faceva il regista senza sentirsi qualcuno, stava con la gente del cinema perché erano tutti amici suoi e non perché si sentiva parte di una cerchia privilegiata e snob. Papà era un antifascista e un liberale: proprio per questo motivo risultava inviso a quella sinistra più estrema e osteggiato dai cattolici più integralisti.’ Un uomo buono, Steno, che aveva tra le sue amicizie anche il grande Leo Longanesi. Vanzina racconta anche la rezione del padre per la morte dell’amico di una vita: ‘Quando accadde si chiuse nel suo studio privato e pianse per tutto il giorno, al buio.’ Il regista racconta anche un piccolo aneddoto conosciuto a pochissimi: fu Steno a dare per la prima volta un lavoro a Federico Fellini.



IL GIUDIZIO SU BERLUSCONI

Oltre al cinema, al mondo del gossip e allo scrigno dei ricordi, Enrico Vanzina dice la sua anche sul mondo della politica. Un mondo che negli ultimi anni ha vissuto più di uno sconvolgimento e un sostanziale ribaltone nell’ordine delle cose. Un fattore di novità è stato certamente il MoVimento 5 Stelle che non la sua verbalità aggressiva ha un po’ scombussolato tutto, nel bene e nel male. Ma, alla fin fine, quello di cui si parla sempre è il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. Vanzina ha un’opinione ben precisa in merito: ‘Quando lo senti parlare quello che ti dice sembra sempre sensato e solido. E’ rassicurante.’ E continua: ‘Tra le sue abilità c’è senza ombra di dubbio quella di essere stato in sintonia con l’umore di un elettorato ben specifico.’ Infine la stoccata decisiva: ‘La mia può sembrare anche una riflessione malinconica ma a sentirlo parlare oggi che ha 80 anni, mi sembra di stare a sentire un vero e proprio statista.’ Enrico Vanzina, quindi, non è solo cinepanettoni e cinema da botteghino: è anche, e soprattutto, un uomo lucido che ha rappresentato un pezzo di storia del cinema italiano. In barba agli snob.