Mentre ancora ci si chiede chi sia l’attrice italiana stuprata da Harvey Weinstein, si rincorrono altre domande relative allo scandalo che ha travolto Hollywood e tutto il mondo del cinema. In effetti, la vicenda non riguarda solo gli Stati Uniti, per questo Le Iene Show proseguiranno con la loro inchiesta sul cinema italiano. Sono emersi diversi casi di molestie in Italia, quindi la Iena Dino Giarrusso ha deciso di raccogliere alcune testimonianze. Molti però si chiedono perché scopriamo solo ora delle molestie e violenze di Harvey Weinstein, che hanno poi innescato altre indagini. La risposta arriva da Sharon Waxman, ex giornalista del New York Times: in un’intervista a Vanity Fair ha spiegato che la sua inchiesta sul produttore cinematografico del 2004 fu bloccata con una telefonata della star Matt Damon e le minacce dell’avvocato di querelare il giornale. Nel suo articolo sosteneva che Fabrizio Lombardo, pagato oltre 300mila euro per meno di un anno di lavoro, in realtà non si occupava di cinema ma di procurare donne al produttore. (agg. di Silvana Palazzo)



LE IENE, MOLESTIE ANCHE NEL CINEMA ITALIANO

Prosegue l’inchiesta de Le Iene Show sul cinema italiano e le molestie di registi e produttori. Sull’onda del recente scandalo che ha travolto Hollywood e coinvolto il produttore americano Harvey Weinstein, la Iena Dino Giarrusso ha intervistato altre attrici che gli hanno raccontato di come avrebbero subito molestie e ricatti. Sono state raccolte, dunque, nuove testimonianze che confermerebbero quanto emerso nei precedenti servizi, cioè che anche in Italia ci sono vicende e storie simili a quelle d’oltreoceano. In Italia, però, ci si continua a chiedere chi sia l’attrice italiana che rischia di mettere seriamente nei guai Harvey Weinstein. Il nome resta riservato, al momento si sa che ha 38 anni e che lo ha denunciato per uno stupro avvenuto nel 2013 a Los Angeles. L’avvocato David M. Ring è il legale che si sta occupando del suo caso: «Gli abusi sessuali sono una realtà molto spesso taciuta per paura della perdita del lavoro e per vergogna. Da oltre venti anni difendo donne che hanno subito molestie sessuali: il mio primo obiettivo nel caso Weinstein è non perdere di vista i diritti legali delle assistite», ha dichiarato al Corriere della Sera.



UN’ATTRICE ITALIANA INGUAIA HARVEY WEINSTEIN

Chi è dunque l’attrice italiana che ha denunciato Harvey Weinstein per stupro? Tra le varie accusatrici c’è un’interprete italiana, la cui storia è particolarmente significativa perché è una storia di pochi anni fa. Secondo quanto stabilito dalla legge californiana, la prescrizione per i reati sessuali subentra dopo dieci anni, a meno che non ci siano prove convalidate dal Dna e che le accuse riguardino minori. Ma la violenza denunciata dall’attrice italiana risale al 2013, quindi a soli quattro anni fa, per questo il produttore cinematografico rischia un procedimento penale. A seguire l’attrice italiana è David M. Ring, che nel 2015 è stato nominato avvocato dell’anno per i successi in questo ambito. Il legale statunitense ha spiegato che il 54% delle donne che lavorano una volta nella vita sono state molestate. Inoltre, ha sottolineato che le sofferenze di questi abusi si perpetuano sulla «psicologia e nelle vite delle vittime portando a forme di inedia, di costante frustrazione e tentati suicidi».



PERCHÈ NESSUNA ATTRICE LI NOMINA?

Nella scorsa puntata de Le Iene Show hanno parlato diverse attrici, denunciando casi di molestie e abusi sessuali. Nel servizio di Dino Giarrusso hanno parlato Giovanna Rei, Giorgia Ferrero, Serena Bruni, un’attrice che è rimasta anonima e Tea Falco. Tutte sono state molestate da chi proponeva loro un lavoro, un ruolo in un film o addirittura un finto provino. Diverse le reazioni: c’è chi ha denunciato, chi è scappata e chi è invece è rimasta sconvolta e svilita. Nessuna di loro però ha fatto nomi. Molti spiegano che non bisogna sparare nel mucchio, eppure è difficile puntare il mirino visto che non emergono denunce. E nessuno forse ha l’intenzione concreta di scavare a fondo per scoprire i nomi, come se bastasse soddisfare la curiosità dei telespettatori con il racconto. Va pur detto che bisogna dare coraggio a queste donne per denunciare, bisogna dare la caccia agli stregoni anziché lanciarci in quella alle streghe.