IL BUSINESS DEL DNA E I COLOSSI DEL WEB
Nella puntata di lunedì prossimo di Report, il programma di inchiesta e approfondimento condotto da Sigfrido Ranucci su Rai 3, uno dei temi sul quale si cercherà di far luce è quello del solo apparentemente singolare legame che, da qualche tempo, sembra esserci tra i colossi del web 2.0 e dei servizi online e il comparto della genetica e delle modalità con cui, in futuro, si potrà utilizzare il complesso patrimonio contenuto nel DNA. Non a caso, il servizio realizzato da Giorgio Mottola è intitolato appunto “Il patrimonio” si cerca di capire come mai quello che è un vero e proprio business stia attirando non solo aziende storiche e che da anni operano non solo nel settore, ma anche delle multinazionali quali Google, Facebook, Amazon e anche la stessa Microsoft che, negli ultimi tempi, sta notevolmente diversifica: infatti, il marketing applicato alla genetica fa gola anche adesso a quei colossi statunitensi che sembrano aver intravisto uno spiraglio per dare vita ad attività lucrative e quindi sempre più investono nella ricerca, cercando così di coniugare la pervasività dei social network e delle sterminate banche dati che loro possiedono con i risultati che gli studi applicati al genoma potrebbero dare nei prossimi anni. Insomma, quella verso cui si sta andando è una sorta di vera e propria “customizzazione” delle esigenze dei propri utenti, sfruttando quella inestimabile (e per adesso ancora misteriosa) mole di informazioni contenute nell’acido desossiribonucleico.
I POSSIBILI SVILUPPI FUTURI
Quello che appare un mercato in costante crescita pare che entro il 2022 potrà muovere un giro di affari di oltre 340 milioni di dollari e che ha dato origine, negli ultimi tempi, già a una serie di progetti pilota sponsorizzati o proprio sostenuti economicamente, tra i vari, anche da Facebook come ad esempio AncestryDNA, senza dimenticare nemmeno l’interesse espresso anche da parte di Google Ventures. Inoltre, va tenuto in conto un altro aspetto fino ad ora stranamente sottovalutato ma che potrebbe presto aprire delle vaste praterie da colonizzare per i suddetti colossi: non è tuttavia notizia recente il fatto che dalle parti di Silicon Valley si stia cercando di trovare un modo per monetizzare la conoscenza delle informazione genomiche di ognuno, magari arricchendo i profili online di ogni utente con tali informazioni oppure stringendo accordi di partnership in esclusiva con alcune aziende farmaceutiche e offrire ai clienti servizi quali la scansione del proprio genoma. Ma quali saranno le conseguenze della nascita di un vero mercato dei campioni di DNA? Uno degli ambiti più affascinanti ma anche che presenta i maggiori punti oscuri è quello legato alla ricerca farmaceutica: ed è proprio questo uno dei punti sul quale cercherà di fare luce l’inchiesta di Report, nel quale si mette in guardia da un futuro in cui il Servizio Sanitario Nazionale potrebbe essere “bypassato” dalla creazione di farmaci ad hoc per ogni singola persona.