CABRINI DA FAZIO

È il compleanno di Antonio Cabrini. “Non mi aspettavo tanto calore”, fa sapere l’ex calciatore. In effetti, 60 anni, vengono una volta sola. Luciana Littizzetto fa la svenevole: “Lasciagli il mio numero, tanto l’età è quella”. Il sottofondo della clip che ripercorre i suoi successi è Bello impossibile. Che l’abbia scelto lei? Per Che tempo che fa, Cabrini ha tirato fuori la maglietta dei Mondiali ’82. È evocativa quasi quanto una canzone. Anche orietta berti apprezza: “È proprio un bell’uomo. Però la maglia sa di naftalina”. Uno scoop: “Noi ex campioni ci whatsappiamo tutte le mattine. Nel gruppo ci sono tutti tranne Zoff, perché è poco avvezzo alla tecnologia”. Quanto al rigore sbagliato, Cabrini ha poco da dire. “Non è possibile che tutti te lo rinfaccino!”, protesta Fazio. “Hai fatto tanto per l’Italia”. Non è un caso che i suoi ammiratori siano sempre stati tanti. “A casa avrò ancora ottocento lettere da leggere”. Momento nostalgia, con l’apertura di alcune buste: “Anche a te piace vestire alla pop?”, recita una di queste. [agg. di Rossella Pastore]

IL BELL’ANTONIO COMPIE 60 ANNI

Nella prima serata di Rai 1 va in onda una nuova ed interessante puntata del programma Che tempo che fa condotta da Fabio Fazio. Da questa stagione l’ex terzino sinistro della Juventus e della Nazionale Campione del Mondo in Spagna nel 1982, Antonio Cabrini è ospite fisso al tavolo di Che tempo che fa. Un vero mito dello sport azzurro a cui viene affidato uno spazio dedicato proprio al mondo dello sport, analizzando i principali tre fatti della settimana. Tra l’altro per lui quella di oggi è una puntata speciale in quanto compie 60 anni. In una recente intervista rilasciata a La Repubblica proprio in occasione di questo evento, Cabrini ha parlato non solo di calcio ma anche del proprio rapporto con le donne: “Se la bellezza mi abbia fatto apparire più bravo durante le partite? Ma no, spero di no. Quando Brera mi battezzò Bell’Antonio provai fastidio, ma siccome non potevo cancellare questa cosa l’ho cavalcata. Sono stato il primo calciatore italiano a fare pubblicità. A qualcuno quel mondo scappava, scivolava via. A me no. Ho saputo dare il giusto peso e restare concentrato. Conoscevo la mia fortuna e pensavo a giocare bene a pallone. Le donne? Ho sempre saputo gestire, fermarmi. Poteva arrivare anche miss mondo nuda, ma se c’era la partita non la guardavo neppure”.

CABRINI, “NOI CAMPIONI FELICI IN UN TEMPO MIGLIORE”

Nella stessa intervista Antonio Cabrini ha parlato dell’attuale stato del calcio italiano ed in particolare delle differenze con la sua Italia, quella in cui tutti i bambini giocavano a calcio per le strade mentre oggi per emergere occorre per forza iscriversi a costose scuole calcio. Queste le parole di Cabrini: “Io vengo da un’Italia in cui tutti i bambini giocavano a pallone, per strada, nei cortili, nei campetti, all’oratorio. Se eri Cabrini non potevi non scoprirlo. Adesso, per giocare bisogna iscriversi e pagare la quota. Era tutto più facile, alla mano. La nostalgia non c’entra proprio. Se avessi giocato avrei guadagnato di più? Ogni tanto me lo dicono, però rispondo che non ho guadagnato poco neppure così. Noi della Juve ci allenavamo davanti allo stadio Comunale, per tornare negli spogliatoi dovevamo attraversare la strada in mezzo alla gente, eravamo persone, non popstar. Questo, i soldi non lo pagano. E siamo stati giovani, campioni e felici in un tempo migliore”.