IL TAVOLO
“Il 2 febbraio saremo alla Mercedes Arena di Berlino”, annunciano entusiasti gli Oliver Onions. È solo l’ennesima dimostrazione: Guido e Maurizio sono ancora in auge, decisamente. Ale&Franz sono due fan dichiarati del duo De Angelis. Fazio non è da meno: è lui a chiedere prima Furia, poi Sandokan. Due brani cult, insieme alle ancor più celebri colonne sonore dei film di Bud Spencer. Si passa a Noemi, che viene introdotta con una clip alquanto particolare. È il vescovo di Noto, in Sicilia, a cantare le canzoni della Scopelliti durante le sue omelie. Ottima performance. Orietta Berti stempera i toni, quando Fazio le chiede chi sceglierebbe tra Morelli, Volo e Cabrini. “Mi dispiace, ma Fabio è insostituibile. Poi Cabrini è un uomo maturo…”. Risate generali. È la volta di Daniele Cassioli, ventidue volte campione del mondo di scii nautico. Daniele è un atleta non vedente, che Volo invita spesso in radio: “Mi interessa il suo punto di vista”, scherza lui. Ma Daniele non si offende, e racconta accorato la sua passione: “Mi è nata quando ero piccolo, e i successi sono arrivati pian piano”. [agg. di Rossella Pastore]
“MEGLIO L’ITALIA”
Gli Oliver Onions saranno ospiti della puntata di oggi, domenica 8 ottobre, di Che tempo che fa. Il celebre gruppo degli anni 70 parteciperà alla seconda parte del programma condotto da Fabio Fazio su Raiuno. Attorno a “Il Tavolo” sederà anche la band formata dai fratelli Guido e Maurizio De Angelis, che hanno fatto cantare una generazione intera con le colonne sonore di Sandokan e Orzowei, giusto per citarne alcune. I due hanno lasciato le scene da una ventina d’anni, limitandosi a qualche lavoro in studio, ma sono saliti nuovamente sul palco per un concerto di quasi tre ore, una reunion a Budapest per omaggiare Bud Spencer. A distanza di anni comunque desta ancora qualche curiosità il loro nome, soprattutto nella nuova generazione, tra i giovani che li conoscono solo perché sentono i loro genitori parlarne. Perché allora si chiamano come un noto scrittore inglese di storie di fantasmi? «All’epoca andava di moda camuffarsi con nomi stranieri. Qualcuno della Rca scelse Oliver Onions perché si pronunciava esattamente come si scriveva e quindi era facile da ricordare», hanno raccontato tempo fa in un’intervista a Repubblica.
GLI OLIVER ONIONS, TRA I FAN IL PICCOLO GEORGE
Gli anni 70 sono stati un periodo d’oro per gli Oliver Onions, ma non rimpiangono i tempi andati. I due fratelli De Angelis sono consapevoli del fatto che i gusti siano cambiati. «Vanno colonne sonore più emotive ma decisamente meno memorabili», hanno raccontato a Repubblica. Nonostante sia passato tanto tempo da quando hanno ottenuto successo, vantano fan illustri, come il figlio di William e Kate d’Inghilterra: «Ad aprile Obama è stato in Inghilterra e ha incontrato il principino George. La foto in cui il figlio di William e Kate non fila di pezza il presidente ha fatto il giro del mondo. Il vero motivo l’ha scritto un giornale inglese: George stava ascoltando una nostra canzone, la sigla del cartone animato D’Artacan». Ne è sicuramente passato di tempo da quando erano accolti da fotografi in aeroporto: «Nel 1974 ci chiamano in Germania. Atterriamo ad Amburgo. Spuntano due ragazze seminude e tinte d’oro con un disco d’oro come premio».
IL NO A HOLLYWOOD
Gli Oliver Onions sono noti anche per aver scelto un percorso controcorrente: sono sempre rimasti italiani, pur potendo acquisire maggior successo all’estero. Nel 1977, ad esempio, vennero chiamati in America da un grande discografico, che offrì a Guido e Maurizio De Angelis la possibilità di andare a vivere lì. Così si spalancarono le porte di Hollywood, del successo e dei soldi a suon di milioni di dollari. Una prospettiva che non li convinse: «Ci guardammo negli occhi e pensammo la stessa cosa: “E papà? E mamma? E gli amici? E i parenti? E il bar?”. E a New York preferimmo Monte Porzio Catone, il nostro paesino alle porte di Roma», hanno svelato nella stessa intervista. Una scelta coraggiosa, della quale gli Oliver Onions, che stasera torneranno in tv per prendere parte a Che tempo che fa, non si sono mai pentiti. «La nostra musica ha girato il mondo per noi. Non ci siamo neppure pentiti di questi vent’anni senza suonare in pubblico: abbiamo fatto altro, ci siamo goduti le famiglie».