Ieri sera al Maurizio Costanzo Show tra i tanti ospiti c’è n’è stato uno in particolare, Ricky Memphis che ha avuto il coraggio di dire qualcosa che non spesso si sente in tv, né tantomeno nel cinema. Ha parlato di fede, ma non solo: ha parlato di come è riuscito a liberarsi da una sorta di “sovrastruttura” che nella cultura come nello spettacolo domina quasi incontrastata da anni ormai. Intervistato sul palco dove è stato lanciato più di vent’anni fa, il simpatico anche se introverso Ricky ha voluto dire a tutti come la sua fede religiosa in Dio è stata riscoperta dopo anni e anni di “chiuso e ottuso anticlericalismo”: «Sì ho riscoperto la mia fede. Mi sono liberato da tutte le sovrastrutture di sinistra, di un certo ambiente anticlericale», spiega l’ottimo e compianto ispettore Mauro Belli di Distretto di Polizia. Memphis (vero nome Riccardo Fortunati) spiega come gli ambienti della sinistra, dalla cultura giovanile all’università fino al cinema, ad un certo punto non bastavano più. «Mi avevano inculcato di essere anti-religioso. All’epoca mi vergognavano di credere, poi ad un certo punto ho iniziato a pensare con il cervello mio e ho riscoperto la mia fede. Grazie a Dio!», non ha paura di spiegare il buon Memphis. Proprio come qualche giorno fa ha detto un grande del cinema mondiale come Denzel Washington, la vera sorpresa non è essere religiosi ma avere il coraggio, in un mondo che dice l’esatto opposto, di dire che quell’esperienza è non solo importante ma bella e conveniente. E tanti cari saluti agli anticlericali di sinistra!

DAI CONTROSOFFITTI AL CINEMA

Nel corso della puntata del MCS, Ricky Memphis ha spiegato anche i primi inizi ed esordi nel mondo dello spettacolo: «da quando sono venuto al MCS è successo di tutto, va molto bene. Ero emozionato la prima volta, ero impaurito, affascinato», spiega un ancora emozionato attore romano. Incalzato da Brignano, Memphis racconta come prima di fare l’attore e prima di essere scoperto da Maurizio Costanzo, era un semplice ragazzo che lavorava con tutto, dal piastrellista al muratore, fino al controsoffittista. Poi sono arrivate le poesie “metropolitane” in romanesco sul palco di Maurizio Costanzo e poi via verso una brillante carriera al cinema tra ruoli di commedia e alcuni molto più drammatici: ma l’inizio è segnato da quel doppio cambiamento, lavorativo e personale, con la fede che ha abbracciato tutta la sua vita. E lui non si è tirato indietro: «Da ragazzo vivevo in un ambiente molto di sinistra, dove professarsi cattolico equivaleva a confessare un assassinio. Cercavo la spiritualità nel buddismo, nello sciamanesimo, nei libri di Carlos Castaneda. Poi ho fatto pace con la mia vera fede», spiegava in una intervista di qualche anno fa a Panorama. CLICCA QUI PER IL VIDEO DI RICKY MEMPHIS AL MAURIZIO COSTANZO SHOW