Jovanotti, all’anagrafe Lorenzo Cherubini, è un cantante che oggi ha 51 anni ma che non sembra aver alcuna intenzione di ‘appendere il microfono al chiodo’. E’ stato il re degli anni 90 con il suo rap infuocato e le sue rime un po’ così, chiamiamole naif, salvo poi reinventarsi nei 2000 con canzoni d’amore scontate e grandi collaborazioni. Dietro il suo successo ricordiamo anche la presenza di un musicista di livello assoluto come Saturnino, uno dei bassisti più in gamba e virtuosi del panorama musicale italiano. Fatto interessante, il suo successo non ha mai conosciuto momenti di calo significativo: dagli esordi di Jovanotti for President, passando per gli innumerevoli greatest hits e gli ultimi lavori, Jovanotti ha avuto sempre un grande, grandissimo successo di pubblico. A volte, come spiega lui stesso su Dagospia, davvero inspiegabile: ‘Se riascolto i miei primi album provo un imbarazzo incredibile. Tecnicamente ero limitatissimo, poi fortunatamente, nei dischi successivi, le cose sono andate meglio.’ Poi la rivelazione: ‘C’è da dire però che io avevo una cosa che forse altri non avevano: io avevo fame. Fame di arrivare.’



JOVANOTTI E L’ESORDIO IN RADIO

Come tutti sanno Jovanotti, all’inizio della propria carriera era un dj. Non di quelli che abbiamo oggi, quelli che svolgono i loro concerti con effetti speciali e un bagno di folla esagerato, no, i dj degli anni 80, quelli che si limitavano a far partire un disco e a far ballare gli altri. Racconta lo stesso Lorenzo Cherubini, sempre su Dagospia: ‘Devo l’inizio della mia carriera a mio fratello Umberto. Fu lui a farmi entrare nel magico mondo della radio, perché mi portò da un suo amico in uno studio piccolissimo, insonorizzato in modo rudimentale con la carta delle uova. Immediatamente pensai che quello era il posto più bello del mondo per uno come me.’ Continua Jovanotti: ‘All’epoca lavorare alla radio era considerato solo un passatempo, nessuno aveva la minima intenzione di pagarti. Io cominciai a fare le trasmissioni notturne, poi ebbi il privilegio di condurre un programma fisso, tutti i giorni. Ero seguitissimo, soprattutto dalle ragazze.’ E, come in una bella favola, la moglie Francesca con cui sta insieme da moltissimi anni, era una delle sue maggiori ammiratrici.



I LAVORETTI

Oltre alla radio, lo stesso Lorenzo Cherubini ha raccontato di aver fatto i lavoretti più svariati. Nonostante il padre fosse un dipendente del Vaticano e questo non lo rendesse un povero, anzi, il cantante italiano nel corso della sua giovinezza ha comunque svolto diversi impieghi. Il primo fu quello di cameriere alle sagre di paese: ‘Un mestiere stancante sicuramente ma che ti permetteva di guadagnare belle mance. Ma non ho fatto solo questo: sono stato anche barista nel bar di mio zio e lo sverniciatore.’ Un mestiere diremmo quasi scomparso al giorno d’oggi ma che negli anni ottanta andava davvero per la maggiore: ‘Era di una tossicità incredibile. Negli anni ’70 tantissimi italiani avevano deciso che i mobili in legno non andavano più bene e così li laccavano. Dieci anni dopo, invece, tutti volevano tornare al legno e così desideravano levare via la vernice. Io facevo proprio quello: levavo la vernice. Con tutti i soldi guadagnati come sverniciatore ci comprai una marmitta per il mio motorino che mio padre aveva acquistato di seconda mano da un prete suo amico.’



LO SCONTRO CON MICHELE SERRA

Non tutti, nel corso della sua carriera, sono stati carini e gentili con Jovanotti. Tra i vari critici, fu soprattutto Michele Serra ad accanirsi contro di lui per le sue limitate doti vocali (evidenti, tra l’altro, anche al giorno d’oggi, con buona pace di Jovanotti) e per i suoi testi bambineschi. Certo, ‘Gimme five’ era quello che era, ma il cantante aveva appena vent’anni: ‘Purtroppo Michele Serra viveva in un mondo fermo, immutabile, intriso completamente di ideologia. Il comunismo aveva insegnato che era possibile che ci fosse un metodo unico valido per tutti. La storia però ci ha insegnato che questo metodo, purtroppo per Serra, non esiste.’ Di fatto, però, l’esplosione di pubblico e il successo di Jovanotti hanno almeno parzialmente ribattuto alle critiche taglienti di Michele Serra, causando un ritorno positivo in termini di critica musicale. Continua il cantate: ‘Adesso i critici ci pensano su due volte prima di cassare completamente un’artista solo perché non lo capiscono a fondo o non lo comprendono. Tutto ciò, in fin dei conti, è stato positivo.’ In fin dei conti, come dicevano i latini, ‘vox populi, vox dei.’