A noi, che sui banchi di scuola imparammo a memoria tutti i nomi delle catene alpine, dalle Cozie (e non chiedete con malcelata ironia se sono quelle con gli scogli…) alle Graie, dalle Lepontine alle Pennine (no, non sono quelle da dove si ricava l’inchiostro, quelle sono in… China!). A noi, che apprendemmo i nomi e l’esatta collocazione di qualsiasi fiume (e torrente, e ruscello) italiano; a noi, che gli affluenti di sinistra del Po ci facevano un baffo (anzi, proprio perché di sinistra – gli affluenti, non noi -, ci facevano un… baffone!), mentre quelli di destra, pur avendoli bene in mente, venivano sottaciuti, perché facevano troppo… Almirante (leader dell’allora Movimento Sociale Italiano, estrema destra, per intenderci).



A noi, che senza alcuna indecisione, snocciolavamo imperturbabili: Pescasseroli? In Abruzzo! Rutigliano? In Puglia! Portocannone? Nooooo… non sapete dove sta Portocannone? (che pure, per taluni “compagni”, poteva essere una città… stupefacente!). A noi, che ci fu un tempo nel quale, durante le ore di geografia, ci divertimmo a individuare piccoli Comuni dai nomi improbabili: Paperino? Nessun Qui pro Quo, è Qua vicino a Prato (location di un famoso film di Alessandro Benvenuti). Occhiobello? Una rapida occhiata alla cartina, e… oplà!, eccolo a due passi da Rovigo (Veneto). Femminamorta? Un paese così… mascolino può stare solo in Toscana, segnatamente in provincia di Pistoia. Purgatorio? Quesito quasi infernale, ma la città, sita presso Trapani, è paradisiaca. Belsedere? No, non è il lato B della geografia, i senesi (e i toscani in generale) sono davvero dei gran burloni! Altolà? E’ in provincia di Chivalà? No, di Modena.



A noi, che sempre curvi sui banchi di scuola, studiammo che l’impronunciabile Ouagadougou è la capitale del Burkina Faso, e oggi, al Grande Fratello Vip 2 in diretta, ci tocca sentire un’autopraclamatasi “esperta di tendenze” che tranquillamente se ne esce affermando “La capitale dell’Africa? È l’Egitto!”. A noi che, sempre più ingobbiti da pesantissimi atlanti in già pesantissime cartelle, apprendemmo come la sigla Benelux fosse l’acronimo di Belgio (BElgique), Olanda (NEderland) e Lussemburgo (LUXembourg), mentre il presidente del Paese più importante del mondo, lo scorso anno, con tono serafico – le minacce alla Corea del Nord erano ancora di là da venire – in un comizio ad Atlanta si era complimentato con il Belgio perché “è una bellissima città” (e fortuna vuole che i suoi collaboratori lo abbiano fermato per tempo, prima che aggiungesse, “è la capitale di un grande continente che si chiama Europa e che confina, come dice la parola stessa – BELGIO -, con altri sei continenti: B come Bolivia, E come Estonia, L come Londra, G come Guatemala, I come India e O come Oman, l’isola di Oman, quella bagnata dal Tamigi”).



Ebbene, a noi, che compulsando vecchie cartine mute (mappe senza alcuna indicazione di monti, pianure, corsi d’acqua e città) venimmo a conoscenza di luoghi che voi, schiavi di Google Maps, potreste solo vedere su un più o meno brillante schermo multipixel, la notizia ha fatto davvero piacere. Di quale notizia si tratta? Eccola: a scuola la geografia va insegnata da docenti… di geografia. Ovvietà lapalissiana? In qualsiasi altro Paese del mondo sì, ma non qui da noi; e per stabilirlo, è dovuto intervenire con apposito pronunciamento nientepopodimenoche il mitico Tar del Lazio. Tar Lazio così famoso nel mondo che lo stesso Donald Trump, appena appresa la notizia, ha subito twittato: “I love geografia! And I love Lazio, una delle tre province dell’Umbria, che confina con le province di Emilia-Romagna a nord, Roma Ostiense a ovest, Roma Prenestina a est, e a sud con Agricento, cioè la città dei cento campi di agrumi!”.

Il Tar, invero, si è esibito, spesso a sproposito, su svariatissimi argomenti, ma in questo caso – a seguito del decreto ministeriale del maggio 2016, che prevede come negli istituti tecnici e professionali la geografia possa essere insegnata anche da docenti di italiano o di scienze – l’intervento, sollecitato dal comitato “SOS Geografia”, è stato doveroso. Seppure la parola “fine” sia ancora ben aldilà da venire, giacché il ministero dell’Istruzione si è detto pronto a impugnare la sentenza.

Ma noi attendiamo fiduciosi, perché, dai banchi di scuola col calamaio a quelli di oggi (molto spesso gli stessi), abbiamo visto cose – planisferi, mappamondi, cartografie, topografie… – che voi umani del XXI secolo “non potreste immaginarvi (…) E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia” (citazione dell’androide Roy Batty da Blade Runner di Ridley Scott, 1982).

P.S.: Qualcuno l’avrà notato, qualcuno no, ma una risposta geografica è rimasta in sospeso e non vogliamo lasciarvi nel dubbio. Perciò, a beneficio soprattutto dei “compagni” di cui sopra, Portocannone sta in provincia di Campobasso, in Molise. E qui i suoi abitanti salutiamo davvero di cuore. Con una bella raffica a… “Salve!”