Siamo da qualche parte, in uno dei tanti college universitari d’America. La bella Tree, fiera di sé e della sua determinazione, si sveglia una mattina nella camera di un ragazzo, Carter, che nemmeno ricorda di conoscere. È il giorno del suo compleanno che andrà a festeggiare a fine giornata, in un party popolato di amici e nemici, che purtroppo finirà con la sua morte. Per lei non sarà però la fine ma l’inizio di una nuova giornata, sempre quella del suo compleanno, dove la storia si ripeterà con la possibilità di cambiare qualcosa, ma non la sua fine.
Per una volta tanto, la traduzione del titolo in italiano, peraltro piuttosto fedele all’originale (Happy death day), pare azzeccata poiché non tradisce le aspettative dello spettatore. Si presenta come un film horror con sprazzi di ironia. E così è. Auguri per la tua morte è un insieme di più generi che convivono abilmente nel costruire due ore di intrattenimento senza alcune pretese. Fra ironia, horror, azione e sentimento il mix è “gradevole” all’interno di macro genere cinematografico che soddisfa lo spettatore del sabato sera, alla caccia di stimoli visivi e blackout intellettuali: 100% pop corn movie.
Emozioni telecomandate e prevedibili costruite su stereotipi del genere horror e dei college universitari e ispirato al film cult di fine anni ’80 Ricomincio da capo. Gusto adolescenziale. Un colpo, moderato, al cuore, sapientemente alternato alla battuta, che fugge dal rischio, peraltro molto lontano, dell’ansia eccessiva. Va in scena l’arte del broccolamento involontario tra il lui, pazientemente steso al tappeto di lei, e la lei, perfida ed egoista matrona, anima sacrificale di gelosie e invidie. Sul palco della vanità universitaria, scorre il sangue che, nello spunto originale del film, si asciuga e si consuma quotidianamente, in un girone infernale di eterna punizione.
È forse il castigo divino di un’esistenza egoriferita e irriconoscente? È morale precotta a uso e consumo del popolo degli adolescenti, attardati sulla bidimensionalità digitale? Non oserei spingere oltre l’ipotesi generosa di un contenuto simbolico ed educativo che, mi auguro, non sia nei piani del regista o sceneggiatore.
Auguri per la tua morte è un film che di pretese non ne ha o che, se ne ha, non le soddisfa. L’intrattenimento funziona, senza sbadigli, costruito sulla curiosità della morte che c’è, puntuale come un orologio, ma che si presenta di volta in volta in diversi travestimenti. Ed è in questo che risuona il gusto mortifero e compiacente di chi guarda.
Da notare, con bonario sguardo critico, il viso espressivo della brava, bella e barbie Jessica Rothe che tutto muove e dispone intorno a sé, con grintosa determinazione. Le sue facce muovono le storie quotidiane di amore e morte e crescono in disperazione verso la vita o la morte definitiva, nel gran finale che la recensione mai vi svelerà, per non togliere al lettore quel briciolo di umana e appagante curiosità che forse, un sabato di questi, vi porterà in sala.