In un momento in cui anche in Italia uno degli argomenti più “à la page” è quello delle molestie e degli abusi (perlomeno presunti, dal momento che in molti casi si tratta di denunce fatte negli show televisivi e che ancora non hanno avuto un seguito giudiziario), anche Marina Ripa di Meana ha avuto modo, di recente, di dire la sua: infatti, la 76enne regina dei salotti televisivi nonché scrittrice è intervenuta sul tema sulle colonne di Libero Quotidiano prendendo una posizione fortemente anti-conformista e “bacchettando” in un certe senso le tante ragazze del mondo dello spettacolo che negli ultimi tempi stanno facendo “coming out” nel denunciare delle molestie subite: “Ragazze, quando eravate piccole vostra mamma non vi diceva di non accettare caramelle dagli sconosciuti?” attacca Marina Elide Punturieri coniugata successivamente Ripa di Meana per le nozze con il marchese Carlo, chiedendosi retoricamente se mai qualcuno le abbia messe in guardia sul fatto che spesso il principe azzurro si trasforma nell’uomo nero. “Io sono dalla vostra parte e vi credo -continua la donna- ma mettiamo fine a questa slavina di accuse” dice la diretta interessata, spiegando che quella che lei definisce alla stregua di una caccia alle streghe sta diventando grottesca. E aggiunge: “Evitiamo di entrare in una assurda catena di montaggio”.



IL RICORDO DI UN EPISODIO DELLA SUA INFANZIA

A supporto della sua tesi, Marina Ripa di Meana ricorda anche un episodio di cui è stata protagonista tanti anni fa, quando era una bambina. “L’onda di questo movimento ‘me too’ ha lambito anche Bruxelles e le parlamentari europee” ricorda, suggerendo che il limite per la denuncia di abusi sessuali non sia di soli sei mesi ma che non diventi “neppure di venti anni” altrimenti, a suo dire, si finisce per ridurre la questione a uno sfogliare un libro di ricordi. Poi il ricordo di quanto accadutole all’età di 13 anni: “Ero al cinema e un tale mi mise il suo pene sul collo: io sono saltata in piedi e ho cominciato a fare il diavolo a quattro fino a quanto non sono state riaccese le luci nel cinema” spiega, sottolineando come grazie alle sue urla anche gli altri spettatori presenti siano insorti e il depravato protagonista di quel gesto sia stato inseguito e consegnato alle forze di Polizia. Insomma, conclude Marina Ripa di Meana, “vorrei che i giornali osservassero il silenzio stampa su questo chiacchiericcio” dato che, in caso di fatti che non siano gravi oppure comprovati, si rischia di ridurre l’intera faccenda a una macchietta.

Leggi anche