Silvio Berlusconi sarà ospite di Maurizio Costanzo per una lunga intervista che ne ripercorrerà la vita, straordinaria, piena di contraddizioni, successi, cadute, polemiche. Innanzitutto si ripercorrerà la prima vita berlusconiana, quella legata all’imprenditoria. Partendo dall’edilizia e arrivando alla costruzione del quartiere Milano 2, Berlusconi è arrivato a quella che è stata probabilmente la grande intuizione, quella centrale, della sua vita. Diventare un magnate nel campo dell’editoria e della comunicazione puntando tutto sulla televisione e sull’emittenza privata, essendo il primo imprenditore a portare via alla Rai veri e propri giganti della Tv tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta, partendo da Mike Bongiorno e arrivando a Pippo Baudo. Un’evoluzione iniziata col gruppo Fininvest e ora Mediaset, arrivato a gestire anche molte frequenze del digitale terrestre a pagamento, settore nel quale il gruppo è diventato leader in Italia.



SILVIO BERLUSCONI, IL PIU’ VINCENTE NEL CALCIO

La seconda vita berlusconiana è senza ombra di dubbio quella legata al Milan, rilevato nel 1986 dopo gli anni più difficili della storia del club rossonero. Negli anni Ottanta il Milan si è trovato a militare anche in Serie B in due stagioni non consecutive, poi, dopo un anno di transizione, tutto è cambiato con l’arrivo di Arrigo Sacchi e lo Scudetto vinto al primo colpo, nel 1988, dopo un leggendario duello con il Napoli di Maradona. Era il Milan degli olandesi, a Gullit e Van Basten si aggiunse Rijkaard e i rossoneri tornarono a trionfare anche in Europa e nel mondo, con due Coppe dei Campioni consecutive. Arrivarono altre tre Champions League e in totale otto scudetti, in trentuno anni di presidenza terminati in questo 2017, il Milan ha alzato al cielo 29 trofei, rendendo Berlusconi uno dei presidenti più vincenti della storia del calcio, prima del passaggio di proprietà, forse anche un po’ a malincuore, alla nuova proprietà cinese del club meneghino.



NELLA CENTRIFUGA DELLA POLITICA

La terza vita di Berlusconi, quella più sotto l’occhio del ciclone, è sicuramente quella da politico: dallo storico discorso della discesa in campo, nel 1993, alla vittoria delle elezioni politiche nel 1994 che lo resero, in meno di un anno, da imprenditore di successo a Presidente del Consiglio. Col suo nuovo soggetto politico di centro-destra, Forza Italia, Berlusconi è riuscito a sfruttare il vuoto di fiducia che si era creato in politica dopo Tangentopoli. La prima esperienza di Governo è durata poco, poi il ritorno in sella nel 2001, per una legislatura intera fino al 2006, e nel 2008, fino al 2011 quando la crisi economica aprì una nuova fase politica. Nel mezzo, processi e polemiche e le accuse di fare politica solo per tenere sotto controllo interessi personali, legati soprattutto alle sue aziende. Quella del presidente-operaio è stata forse la figura più divisiva degli ultimi vent’anni di politica in Italia, ma anche quella che ha tenuto unito un campo storicamente frammentato come quello conservatore in Italia, pur fra molte gaffe che hanno coinvolto anche esponenti dei Governi europei.



BERLUSCONI TRA “OLGETTINE” E “BUNGA BUNGA”

Ma c’è anche una quarta vita di Silvio Berlusconi che l’intervista di Maurizio Costanzo metterà sotto i riflettori, quella legata al gossip e alle tante polemiche che hanno contraddistinto soprattutto l’ultima fase di Governo del Berlusconi Presidente del Consiglio. Gli scandali per le feste alla Villa di Arcore, il “bunga-bunga” e le olgettine, il burrascorso divorzio con la seconda moglie Veronica Lario, che ha ottenuto un risarcimento record e che ha messo in luce lo stile di vita piuttosto libertino di Berlusconi. Una situazione in parte inaspettata ma di cui per certi versi si vociferava da tempo, visti anche i legami che Berlusconi continuava a mantenere col mondo dello spettacolo. E poi i casi Ruby, finiti anche sotto l’occhio della magistratura, e Noemi Letizia: un emergere della vita privata che ha probabilmente danneggiato Berlusconi più di quanto le polemiche relative alla politica non abbiano fatto nei precedenti vent’anni.