Questa sera, martedì 21 novembre 2017, va in onda su La7 alle ore 21.15 la decima puntata stagionale di diMartedì, talk show a di approfondimento politico condotto da Giovanni Floris, che ieri sera è stato ospite di Pierluigi Pardo a Tiki Taka su Italia 1. Tra gli ospiti di questa sera ci saranno Nando Pagnoncelli, presidente di Ipsos, e Massimo Giannini, editorialista de La Repubblica. Immancabile a inizio puntata la copertina satirica di Gene Gnocchi. Settimana scorsa nella sua anteprima il comico ha commentato l’eliminazione dell’Italia dai Mondiali di Russia 2018: “Un Mondiale senza Italia è come un martedì senza Floris, fantascienza”. Gnocchi ha preso poi di mira Alessandro Di Battista, dietro le quinte in attesa di entrare in studio: “Di Battista era stato sfidato da Di Maio, ma Di Maio non è venuto neanche stavolta”. In una recente intervista a Globalist, Gene Gnocchi ha così commentato l’esperienza su La7: “Aprire Dimartedì dopo Maurizio Crozza non era una sfida facilissima. Funziona, gli ascolti ci premiano, sono contento perché la striscia viene vista. Quanto ai testi, sono molto libero: con Floris ci conosciamo da anni, tutt’al più mi dà qualche dritta a volte su chi viene”. Ricordiamo che è possibile seguire diMartedì anche su Facebook e su Twitter (@diMartedi). L’hashtag ufficiale con il quale si può commentare la puntata è #dimartedi.



IL NUOVO LIBRO DI GENE GNOCCHI

Lo scorso 16 novembre Gene Gnocchi ha pubblicato “Il petauro dello zucchero. Dizionario essenziale per non diventare come quello là”, il suo nuovo libro che arriva in libreria dopo “Cosa fare a Faenza quando sei morto” del 2015. Intervistato da Globalist , il comico ha spiegato come è nato il libro: “Dall’osservazione della quotidianità e della realtà italiana. Cerco di fotografare questo tempo un po’ difficile. Ci sono accenni alla crisi, alla politica, a quanto ci capita, sono come pennellate. Nel corso dell’intervista ha parlato anche dei politici italiani che ha imparato a conoscere frequentando trasmissioni politiche: “Vedendoli da vicino confermo un giudizio non proprio positivo: è un problema generale di mancanza di spessore, di cultura, di capacità di stabilire relazioni tra aspetti diversi. Il politico in trasmissione ripete tre o quatto frasi fatte e se provi ad andare al di là con un altro ragionamento diventa imbarazzante. Vivendolo ora di persona non posso essere ottimista… In generale non sono assolutamente persone autoironiche”.

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