Il caso Harvey Weinstein continua a tenere banco, con le sue 80 e più attrici, modelle ed ex dipendenti che hanno accusato il produttore di averle molestate. Lo scandalo si è poi allargato ad altri registi e attori, cosicché il mondo del cinema si ritrova in pieno subbuglio. Ma non è il solo: zitto zitto, quatto quatto, anche l’ambiente della pubblicità comincia a grattarsi le sue belle rogne. Anche qui si parla di avance – diciamo così – troppo spregiudicate.



I primi rumors sono arrivati, dalla Svizzera, sino a noi, che non possiamo sottacerli, cioè metterli sotto aceto, come sigillati in un’urna di vetro. Voci che indicano come una ben nota e assai mansueta mucca pezzata viola, conosciuta dal grande pubblico televisivo di mezzo mondo come protagonista di una fortunata pubblicità di una famosissima azienda lattiero-casearia svizzera che produce una rinomata marca di cioccolato (scusateci, ma non possiamo, per evidenti ragioni deontologiche, svelarne il nome) abbia mosso gravi e circostanziati rilievi comportamentali al suo compagno di fattoria, un toro irrefrenabile dall’esplicito nome di Focoso Bernasconi (un toro coi controc…., c’ha pure il cognome!). L’accusa, tutt’altro che velata, è di molestie pesanti e ripetute. 



Le ultime risalgono a qualche settimana fa: si sussurra di un’aggressione sessuale avvenuta tra gli alpeggi dell’Alto Vallese, dove i due sono soliti pascolare. “Basta! Non si può Milka continuare così!”, è sbottata la povera vacca pezzata viola davanti a uno sparuto gruppo di turisti giapponesi suoi fan (e pure golosi del cioccolato che sponsorizza), i quali in tempo reale hanno postato lo sfogo su Youtube. Nella parte finale del filmato si scorge la povera bestia allontanarsi lemme lemme, forse per andare a ruminare sulle sue sventure, lasciando inavvertitamente aperta la porta della stalla (facendo così scappare anche i buoi, quelli meno focosi di Focoso Bernasconi). Uno sfogo, quello della famosa bovina, che produttori, registi degli spot e ufficio stampa dell’azienda hanno fatto di tutto per mettere a tacere, di modo che lo scandalo… non montasse troppo!



Del resto, tutto il mondo è paese. Negli Usa il presidente Donald Trump, dopo aver dato l’assenso alla divulgazione di 2.800 file segreti sull’assassinio di John Fitzgerald Kennedy, ha deciso fosse il caso di scoperchiare quel “vaso di Pandora” rappresentato dalle informazioni riservate sul dorato mondo di Hollywood. E in questa sorta di “Hollyleaks”, non tutto, ma molto è venuto a galla.

Sapete perché, ad esempio, Lassie è tornata a casa? Per quale motivo il collie più famoso del mondo avrebbe percorso centinaia di miglia, superato pericoli di ogni sorta, scavallato terreni impervi e sopportato condizioni climatiche difficili? Per riabbracciare il suo giovane padrone? Niente di tutto ciò! In realtà era in fuga da Furia, il celebre cavallo del West dell’omonima serie tv. Scappava delle sue piccanti e ossessive attenzioni, esplicitate con costanza animale. “Una vera… Furia!”, sono state le prime parole di Lessie lontano dai riflettori.

Vogliamo continuare? Chi tra voi non ha visto almeno un paio di volte il candido cartoon Lilli e il vagabondo? “Ecco… – ha confessato tra le lacrime la povera Lilli – … il vagabondo era chiamato così perché, tra una ripresa e l’altra, a… vagabondare erano le sue zampe su di me!”.

Insomma, si mormora, e si mormora tanto; le illazioni non si distinguono più dalle calunnie. Quali segreti nascondono i dietro le quinte del set di Fantasia? E se gli autori ce ne avessero messa troppa? Cosa è successo, sul tappeto volante, tra Aladdin, Jasmine e il Genio? Che accadrebbe se si venisse a sapere che nei camerini il “Principe dei ladri” non avesse strusciato sempre e solo la lampada magica? E se Biancaneve, presumibilmente ai tempi ancora minorenne, fosse caduta dalla padella (la strega cattiva) alla brace (i sette instancabili nani)? Almeno qui la storia è finita bene, con l’intervento del Principe del Telefono Azzurro…