E’ conosciuta come la “Scianel” di Gomorra: sicuramente Cristina Donadio con questo ruolo si è guadagnata grande considerazione tra gli appassionati di serie in Italia, ma la sua carriera d’attrice non comincia certo adesso, e soprattutto in pochi sanno che il carattere da pantera di Scianel, Cristina ce l’ha addosso nelle vita reale, con una battaglia contro il cancro vinta continuando a girare e lavorare, senza far sapere nulla quasi a nessuno neanche durante il duro periodo della chemioterapia. In un’intervista a Vanity Fair, Cristina Donadio si è raccontata partendo proprio da quei giorni difficilissimi: “Scianel mi ha aiutato a superare il grado emotivo della malattia, non voglio dire che mi ha salvato la vita, sarebbe darle troppa importanza. Ma avendo deciso di non dire nulla mi sono dovuta confrontare con la normalità. Chi si ammala di cancro fa i conti con quello che è successo e poi trova un adattamento. Il problema sono gli altri che non riescono ad adattarsi e ti fanno sentire fragile.”
LA DIFFICOLTA’ DELLA COMUNICAZIONE
La decisione di non rivelare la sua malattia è stata mantenuta fino in fondo: “Non l’ho detto per sentirmi Scianel fino in fondo, e ne parlo adesso perché mia madre è entrata in un posto mentale in cui i contorni sono sfumati. Io sono la sua figlia prediletta, sai cosa dice di me? Che sono la sua figlia “liquida”. Le persone più ti amano e più si spaventano, per esempio mio figlio, che vive ai Caraibi…” E infatti anche il figlio Chicco è stato avvertito successivamente: “Dopo la chemio e prima della radio, sono andata a tranquillizzarlo e lì, per giocare con le mie nipoti, mi sono tinta i capelli di blu. Anzi: forse oggi ho deciso di raccontare non tanto per le donne che ci passano, ma per quelli che stanno intorno a loro, che innescano comportamenti confusi e contraddittori.” Una battaglia che Cristina Donadio ha voluto combattere anche per le paure condivise con tutte le donne e tutte le persone che, di punto in bianco, devono convivere con la malattia sperimentando una profonda paura.
“UNA DONNA IN RINASCITA”
“La mia prima chemio l’ho fatta sul lettino in ospedale con mia sorella Cecilia stretta stretta a me, come quando eravamo piccole e facevamo la lotta. Ma accanto, oltre al mio compagno, ho avuto tante persone comuni, i medici e i paramedici del reparto di oncologia dell’Ospedale Monaldi e del Policlinico. Ho fatto tutto con il Servizio Sanitario Nazionale e tutto a Napoli: correre al Nord per curarmi, allontanarmi, mi sarebbe sembrato ancora più punitivo. Quando ti arriva il primo referto e scopri la malattia, sperimenti una sensazione per cui solo oggi capisco la letteratura che ne parla: sei risucchiato al centro della Terra.” Il successo di Scianel in Gomorra rappresenta ora una rivincita ma anche una sorta di rinascita: “Ora mi vedo più bella. Questo attraversamento mi ha reso più bella. Il danno mi ha reso più bella, vedo un sorriso più luminoso, non mi ricordo chi diceva “non c’è niente di più bello di una donna in rinascita”. Aveva sicuramente ragione.”