La battaglia con Equitalia è stata spesso drammatica per molti comuni cittadini, stretti nella morsa delle tasse e costretti a vivere enormi sacrifici, o spesso anche a compiere gesti clamorosi e insani, per uscire da situazioni debitorie pesantissime. A loro si aggiunge la voce del noto attore salernitano Pascal Persiano, noto soprattutto per il suo ruolo nella celebre soap opera italiana Centovetrine, che ormai da un decennio vive sotto la spada di Damocle di Equitalia. Nel 2006 Persiano si è visto notificato un accertamento di Equitalia che ha stabilito come l’attore avesse non dichiarato compensi per circa 80.000 euro relativamente all’anno 2000. “Non mi fu difficile impugnare l’atto, dimostrando il contrario, e vincere in primo grado” ha spiegato Persiano, ma la battaglia con l’Agenzia delle Entrate era appena cominciata. Altri 96.400 euro di compensi furono notificati all’attore per l’anno 1999, “rispetto però al precedente accertamento, l’intimidazione non viene preceduta dalla notifica né da nessun altro atto prodromico relativa alla stessa. Io non ricevo assolutamente nulla.”



IL GIALLO DELL’IMPUGNAZIONE MANCATA

Come riportato dal Corriere del Mezzogiorno, Persiano spiega: “Tutte le notifiche sono prive del numero civico, condizione questa che, secondo la Cassazione, le rende non correttamente effettuate. Equitalia deve accertarsi che l’atto pervenga nella sfera di conoscenza del destinatario pena la nullità dell’atto stesso. Le notifiche risultano tutte in un modo o nell’altro incomplete, prive di timbro dell’ufficio postale o di numero cad (comunicazione di avvenuto deposito) o del bollo o della firma del messo notificatore. In un caso è stata prodotta persino la fotocopia di una busta che riporta delle evidenti manomissioni, strappata lungo la linea posteriore dell’apertura. Se gli atti mi fossero arrivati in modo tempestivo e corretto non avrei avuto motivo per non impugnarli. E avrei dimostrato, come ho fatto per l’accertamento relativo al 2000, che la cifra che mi chiedevano era errata.”



“CAPISCO CHI PREFERISCE TOGLIERSI LA VITA”

Insomma, problemi procedurali che hanno scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora, visto che accertando compensi maggiori rispetto a quelli dichiarati, a Pascal Persiano arriva un’altra cartella esattoriale da 101mila euro relativamente all’anno 1998, un vero e proprio colpo di grazia. Visto che i reclami dell’attore vengono respinti in primo e in secondo grado. “Ora sono in attesa,” spiega Persiano, “che mi fissino le date dei due processi in Cassazione. Nel frattempo mi hanno ipotecato casa per 400 mila euro mentre sono riuscito a sbloccare il fermo amministrativo dell’auto. Io però non mi arrendo, inizio un nuovo procedimento in sede civile visto che dopo quello in sede penale non è successo niente. So bene che la mia è una lotta contro i mulini a vento, purtroppo, mi sento come una bomba che cammina, negarti l’evidenza è un sopruso troppo forte. Ora comprendo tutti quei piccoli imprenditori che, attaccati dal fisco nei loro beni, hanno preferito togliersi la vita.”