È lucida ma allo stesso tempo anche fragile e suggestionabile: è questo il profilo psicologico di Gina Lollobrigida, 90 anni, estrapolato dalla perizia compiuta sulla grande diva e discusso in sede di incidente probatorio nei giorni scorsi. Il motivo della perizia è da ricercare nell’inchiesta che coinvolge il giovane Andrea Piazzolla, suo manager ed accusato di circonvenzione di incapace e con la quale si vuole dimostrare come nel tempo la Lollo si sia isolata sempre di più, allontanando i suoi affetti e cedendo ai presunti capricci di Piazzolla, il quale avrebbe speso parte del suo ricco patrimonio, ceduto i suoi appartamenti e maneggiato milioni di euro di proprietà della diva. Secondo i periti nominati dal gip Maria Paola Tommaselli, come spiega Corriere.it, Gina Lollobrigida starebbe bene in proporzione alla sua età ma allo stesso tempo la sua salute sarebbe definita più fragile alla luce di alcuni vizi caratteriali e il suo equilibrio mentale sarebbe minacciato da alcune debolezze. Intanto una certa propensione al narcisismo, come tutte le dive, ma anche un atteggiamento istrionico e piccole paranoie: sono questi i punti deboli emersi dalla perizia.
L’INCHIESTA: PIAZZOLLA, RINVIO A GIUDIZIO O ARCHIVIAZIONE?
L’inchiesta a carico di Piazzolla sarebbe partita in seguito alla denuncia di alcuni parenti della Lollo secondo i quali la diva sarebbe stata fatta allontanare sempre di più dai suoi affetti proprio per colpa del giovane manager. Quest’ultimo, al tempo stesso, non solo sarebbe divenuto amministratore delle società che gestiscono il patrimonio di Gina ma avrebbe condotto anche una serie di operazioni economiche sospette e definite dalla stessa pm Eleonora Fini “abnormi e pregiudizievoli”. Secondo quanto si legge nella perizia, scrive Il Messaggero, l’attrice “pur senza sconfinare in una condizione d’infermità mentale” presenta una personalità dai quali emergerebbero tratti “narcisistici, ossessivo-compulsivi, istrionici e paranoidei”. Questi contribuirebbero a determinare “un indebolimento della corretta percezione della realtà”. Dunque, secondo gli specialisti, se da una parte la Bersagliera presenterebbe “capacità cognitive valide”, dall’altro invece verserebbe “in una condizione di deficienza psichica in grado di renderla suggestionabile e vulnerabile”. Convincendosi del fatto che i familiari siano persone ostili, si sarebbe allontanata da loro affidandosi unicamente al suo manager, “l’unica persona che, a suo dire, meritava fiducia”. Secondo i periti però, questa “scelta esclusiva” potrebbe causare una “compromissione decisionale”. Dopo quanto emerso il pm Fini dovrà concludere gli accertamenti e stabilire se chiedere o meno il rinvio a giudizio per Andrea Piazzolla o l’archiviazione in suo favore.