Da anni, attraverso “Doppia Difesa”, la Fondazione Onlus creata assieme all’avvocatessa e parlamentare Giulia Bongiorno, è impegnata in prima linea nel combattere il fenomeno delle violenze, casalinghe e non, che le donne subiscono e proprio dall’esperienza di questa iniziativa è nato il cortometraggio di cui lei è la madrina: Michelle Hunziker è stata di recente protagonista durante la Festa del Cinema che si sta svolgendo a Roma con “Uccisa in attesa di giudizio”, la produzione firmata Camaleo/Rhino (con la partecipazione di Mediaset) che vede Andrea Costantini dietro la macchina da presa e la coppia formata da Ambra Angiolini e Alessio Boni protagonista, una storia di quotidiana violenza. Il corto, a detta della Hunziker, è stato ispirato alla recente campagna intitolata “Aspettando si rischia la vita” ed è stato lo spunto da cui partire in una intervista che la 40enne originaria di Sorengo (Canton Ticino) ha concesso al Il Tempo.



A PROPOSITO DEL CORTOMETRAGGIO DI COSTANTINI

Parlando con il quotidiano romano nell’ambito della kermesse cinematografica che si sta tenendo nella capitale, Michelle Hunziker ha spiegato che per il cortometraggio firmato da Andrea Costantini sono stati scelti due volti noti quali quelli della Angiolini e di Boni non solo per la grande sensibilità mostrata da entrambi sul tema, ma anche per far capire alle persone che “non si tratta di un problema di categoria, dato che la violenza sulle donne è un problema che va estirpato”. Infatti, la showgirl svizzera, partendo proprio dalla vicenda raccontata sul grande schermo, ha sottolineato come il prossimo, necessario step sia quello di lavorare di più sulla prevenzione di questo fenomeno: e, a suo dire, la base di partenza deve essere la famiglia, o meglio ancora “noi mamme, siamo noi la chiave di tutto e dobbiamo insegnare ai nostri figli cosa vogliono dire amore e rispetto”.



LA SUA ESPERIENZA PERSONALE

Non a caso, la proiezione di “Uccisa in attesa di giudizio” è stata l’ennesima occasione per la Hunziker di intrecciare non solo le attività che svolge la sua Onlus, “Doppia Difesa”, a quelle del corto di Costantini, ma pure di rievocare un doloroso episodio che affonda le radici nel suo passato: molto spesso le donne che subiscono abusi non hanno il coraggio di denunciare ed è qui che interviene la sua Fondazione, sostenendole legalmente e psicologicamente, mentre lei, diversi anni fa, non ha avuto questa fortuna e la “violenza psicologica” aveva subito è stata tra i motivi che poi l’avevano portata a separarsi da Eros Ramazzotti e addirittura ad abbracciare un setta: “Come Fondazione lanciamo un appello affinché politica e Stato prendano provvedimenti e non sottovalutino le denunce” spiega la Hunziker che ricorda come la vicenda che l’ha riguardata personalmente potrà essere di aiuto. “Come figura pubblica sento una responsabilità pazzesca”, chiosa la 40enne al termine dell’intervista, ricordando come cerchi con le sue tre figlie di essere una madre attenta e pronta a sensibilizzarle su determinati argomenti.

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