L’ESIBIZIONE
Riflettori accesi nello studio di Celebration, che accoglie Serena Rossi e Neri Marcorè sulle note della sigla di apertura. Ringraziamenti dovuti ad Adriano Pennino e la sua Never-ending Celebration Orchestra. “Siamo sicuri che riconoscerete le canzoni che canteremo”, afferma la Rossi con convinzione. Marcorè le dà il là: “‘L’amor che move il sole e l’altre stelle’. È una citazione da servizio pubblico”. Bastasse qualche boutade, a fare il servizio pubblico… La prima canzone in scaletta è Almeno tu nell’universo, cantata da Serena Rossi. Cambio con Neri Marcorè, che omaggia Sergio Endrigo senza troppe pretese. E via così, con le cover di Claudio Baglioni e Tiziano Ferro. Ernesto Assante introduce Gino Paoli e Danilo Rea. Paoli è descritto a ragione come uno dei più grandi autori di canzoni d’amore dello scorso secolo. E non solo, se è vero che l’arte conferisce immortalità. Rea lo accompagna al piano mentre canta Una lunga storia d’amore. “Hai fatto una magia”, lo elogia la Rossi. Poi uno stralcio di Senza fine e Il cielo in una stanza. [agg. di Rossella Pastore]
IL 15 NOVEMBRE IN CONCERTO A BARI
Serata conclusiva dello show musicale Celebration nel quale sono attesi in studio eccezionali artisti italiani tra cui il cantautore ligure Gino Paoli che durante la sua lunghissima carriera ha regalato al pubblico straordinarie emozioni grazie a canzoni che sono rimaste nella storia come Sapore di sale, La gatta, Il cielo in una stanza, Senza fine, Una lunga storia d’amore, Ti lascio una canzone, Quattro amici e tante altre ancora. Un artista che peraltro è ancora sulla cresta dell’onda come dimostra il nuovo spettacolo musicale intitolato Due come noi, che lo vedrà protagonista dal prossimo 15 novembre a Bari presso il Teatro Comunale al fianco di Danilo Rea. Un concerto a base di voce e pianoforte che vedrà l’incontro artistico tra un grande esponente della musica italiana d’autore ed uno straordinario lirico e pianista come Danilo Rea.
GINO PAOLI, “IL MOTIVO DEL TENTATIVO DI SUICIDIO”
Gino Paoli ha anche attraversato periodi difficili della propria vita come quello in cui ha tentato il suicidio sparandosi con una pistola. In una recente intervista rilasciata a L’Espresso ha raccontato quello che avvenne spiegando anche il motivo che lo spinse ad un gesto così estremo: “Ogni suicidio è diverso, e privato. È l’unico modo per scegliere: perché le cose cruciali della vita, l’amore e la morte, non si scelgono; tu non scegli di nascere, né di amare, né di morire. Il suicidio è l’unico, arrogante modo dato all’uomo per decidere di sé. Ma io sono la dimostrazione che neppure così si riesce a decidere davvero. Il proiettile bucò il cuore e si conficcò nel pericardio, dov’è tuttora incapsulato. Ero a casa da solo. Anna, allora mia moglie, era partita; ma aveva lasciato le chiavi a un amico, che poco dopo entrò a vedere come stavo. Non mi sparai perché ero travolto dai problemi. Anzi, ero all’apice della fama e avevo tutto. Lo feci per noia. E per sfida. Ma la pallottola si conficcò nel pericardio. Ed è ancora là. Fu un segno. Non era la mia ora. Dopo, ho capito che è stato meglio così”.