Con “Sfiorivano le viole” Claudio Santamaria sale sul palco di Music e si esbisce dopo la presentazione di Paolo Bonolis. Nel mezzo della chiacchierata col conduttore, l’attore che ha vinto un David di Donatello con il film “Jeeg robot”, ha svelato la sua passione per la musica: “Da piccolo ascoltavo tantissimo Prince, Depeche Mode, insomma musica straniera. Se però dovessi dire la canzone che mi ha caratterizzato per molto tempo è una canzone scritta da Mogol, Impressioni di settembre” dichiara Santamaria che accenna con la chitarra un pezzo della canzone in questione. In una recente intervista a Grazia Claudio ha parlato del rapporto con l’essere un papà single: «Non esiste una formula, ma sono convinto che i bambini abbiano una capacità di intuire le cose molto più grande di quanto pensiamo noi adulti. I figli non vanno protetti dalla realtà, ma dalla menzogna. Per questo, a Emma racconterei prima di tutto la verità. Non voglio deluderla».
I DIFFICILI INIZI
Paolo Bonolis questa sera su Canale 5 conduce la seconda puntata del programma Music con la collaborazione del maestro Luca Laurenti. Uno show al quale prenderanno parte tantissimi artisti d’eccezione come nel caso di Claudio Santamaria. Un attore romano nato nel 1974 capace di farsi largo nel mondo della recitazione con diversi film di successo come nel caso di Lo chiamavano Jeeg Robot, Baciami ancora di Gabriele Muccino ed il recente Brutti e cattivi per la regia di Cosimo Gomez. In una recente intervista rilasciata all’Huffington Post, Santamaria ha parlato delle difficoltà incontrate negli inizi della propria carriera soprattutto nel superare il timore del pubblico a teatro: “Prima di andare in scena, mi nascondevo a ridosso della tenda del palcoscenico e recitavo il mio esorcismo. Tremavo per il panico. Ero terrorizzato dall’ipotesi di salire sul palco e non riuscire a dire una parola.. Ulisse De Benedetti metteva a disposizione il palcoscenico e le luci. Il resto dovevamo guadagnarcelo noi, biglietto dopo biglietto”.
NEL MITO DI MARLON BRANDO
Nella stessa intervista Claudio Santamaria ha parlato anche di come sia nata in lui la passione per il teatro e più in generale per la recitazione, spiegando come un suo insegnante alle scuole superiori intravide in lui le potenzialità di attore. Inoltre, ha raccontato di come abbia iniziato questa professione nel mito di Marlon Breando: “Avevo sedici anni quando il mio primo insegnante mi disse: ‘Ma tu cosa vuoi fare nella vita?’. Risposi che non lo sapevo, che non ci avevo mai pensato. ‘Secondo me – aggiunse – hai talento per fare l’attore’.. Se me ne ero accorto io? Avevo cominciato a frequentare le lezioni per gioco e perché mi divertiva. Inventavo personaggi, imitavo le persone, amavo modulare la mia voce. Non avevo mai pensato, però, di poterne fare un lavoro. Fonti d’ispirazione? Passavo interi pomeriggi a vedere e rivedere ‘Ultimo tango a Parigi’. Marlon Brando era l’attore che tutti volevamo essere appena cominciavamo a studiare. E, per quel che mi riguarda, lo è rimasto anche dopo”.