Le Iene Show ha raccontato nella puntata di ieri la storia di Susanna, una prostituta della via Salaria, a Roma, senza un “protettore”. Dopo essere stata abbandonata dall’uomo che amava, la donna cresce da sola i suoi figli, a cui non ha mai nascosto il suo mestiere. Lo sanno, ma non vogliono parlarne. Susanna era una ballerina professionista: ha anche partecipato a trasmissioni come Fantastico e Pronto, Raffaella. Un incidente ha stroncato la sua carriera, quindi ha cercato di reinventarsi come poteva: strip nei club e cubista in discoteca, fino a quando non ha conosciuto il padre dei suoi figli. Quando però viene lasciata quei lavoretti saltuari non bastano, quindi tenta un’altra strada. Si veste attillata e comincia a pedalare lungo via Salaria. La Iena Nina Palmieri ha trascorso con lei un’intera giornata, parlando anche con uno dei suoi clienti, il quale spiega che Susanna piace perché è sorridente, non prova sensi di colpa e parla con loro. Clicca qui per il servizio de Le Iene sulla prostituta Susanna.



SUSANNA, DA FANTASTICO ALLA SALARIA: LA STORIA ALLE IENE

Susanna ha 51 anni, un matrimonio finito alle spalle e due figli, uno di 21 anni e la più piccola di 18. «Trovare un lavoro era impossibile, anche in un’impresa di pulizie, così decisi di rimettermi in forma e sbarcare il lunario così», ha raccontato a Le Iene Show. La prostituta ha raccontato di essere molto organizzata: «Mi sveglio tutte le mattine alle 4 per sbrigare le faccende di casa, poi mi alleno in bici e parto per lavorare». Questo lavoro tra l’altro le piace: «È anche soddisfacente dal punto di vista sessuale». I figli ne sono a conoscenza, ma non condividono: «sanno tutto, sono preoccupati e non approvano. Io però dico sempre: Ma chi assume una donna di 50 anni?». Le preoccupazioni dei figli però sono fondate: nel settembre scorso Susanna se l’è vista brutta. La prostituta è stata picchiata e stuprata dallo stesso rumeno che si rese colpevole di violenze e aggressioni in altre zone di Roma. Ora si trova in carcere, ma Susanna porta ancora i segni dell’aggressione, perché le lasciò costole incrinate, un dito spezzato e il volto tumefatto. Nonostante ciò ha ricominciato quella che da cinque anni è la sua routine: «Ho avuto paura, ora non più. Fare questo lavoro mi piace, mi sento libera e sicura e ho un rapporto speciale con i clienti, molti dei quali sono abituali».



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