UN MESSAGGIO DI SPERANZA

In vista del Festival di Sanremo 2018 sedici agguerriti concorrenti che si contendono i sei posti disponibili. Una gara raccontata nel corso della puntata di Sarà Sanremo ed alla quale prende parte Josè Nunes. Josè Kahack Nunes, questo il suo nome completo, è una giovane promessa della musica che sta cercando di farsi largo in un mondo quanto mai competitivo. Un trentenne nato in Portogallo ma ormai da diversi anni trapiantato in Italia ed in particolare a Segrate in provincia di Milano. Nunes spera di ottenere il pass per il mitico teatro Ariston grazie al suo brano Parlami ancora del quale ha sottolineato nella rubrica VideoChat del Tg1: “Parlami ancora è una canzone scritta da me, alla quale tengo molto e che voglio condividere con il grande pubblico. E’ una canzone che è cresciuta con me, perché l’ho scritta in diverse fasi, in un periodo un po’ particolare, in un periodo che ho realizzato che la morte esiste. Ho capito che le cose finiscono, ma osservando la natura, mi sembrava che mi suggerisse che poi tutto ritorna e ricomincia. E’ un messaggio di speranza”.



JOSE’ NUNES, ECCO COME È NATA “PARLAMI ANCORA”

Nel 2016 Josè Nunes aveva già tentato di ottenere la qualificazione alla finale del Festival di Sanremo con la canzone Va bene così, tuttavia non riuscendovi. Figlio di un calciatore portoghese, ha passato diversi anni nella cittadina di Pioltello in provincia di Milano prima di trasferirsi a Segrate. Sui social network, luogo virtuale nel quale condivide molte delle proprie emozioni con fan ed amici, ha spiegato come il brano con cui partecipa a Sarà Sanremo è stato scritto dopo un forte litigio con una delle persone a lui più care. Questi alcuni dei passaggi più rilevanti del post pubblicato su Facebook da Josè Nunes: “Scrissi la prima strofa in seguito a un fortissimo litigio con una delle persone che più amo al mondo. Rimasi solo e cominciai a riflettere. Su me stesso. Sui miei, sui nostri errori. Pensai alla mia paura… Della felicità, effimera…Già, era una delle cose che più mi spaventava. Allora la tenevo costantemente a un passo da me. Sapevo che la verità mi avrebbe permesso di raggiungerla, decisi di fare questo passo e cominciai a scrivere. Scesero le lacrime, i miei pensieri si riavvolgevano e cominciai a rivedere e a ripercorrere tutte le mie cadute”.

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