L’INTERVISTA
Nel giorno del suo compleanno, Vito Mancuso parla di papa Francesco. “Una grande chance e un grande pericolo”, lo definisce. “Sì, perché non c’è profeta che non abbia fatto una brutta fine”. Fazio frena: “Vito, ti prego, è il suo compleanno…”. In studio ridono, ma il teologo non ha tutti i torti. “Pensate a Giovanni Battista o allo stesso Gesù…”. Insomma, per Macuso, Francesco è un papa divisivo. Ma è una tesi alquanto singolare: Bergoglio è uno dei pontefici più amati dell’ultimo periodo. Cosa vuol dire essere un grande intellettuale? “Vuol dire essere profeti, come il Papa, appunto”. Da arcivescovo di Buenos Aires, papa Francesco non era benvoluto come ora. “Ricordiamo che si oppose con forza alle unioni tra persone dello stesso sesso”. Una posizione alquanto diversa da quella attuale: “‘Chi sono io per giudicare’, disse in proposito qualche tempo fa. Ma non sarà un po’ troppo revisionista? “Cambiare vuol dire vivere. Se vuoi vivere bene, devi concederti anche questo”. Sul tema del biotestamento: “A ciascuno il suo”, cita Mancuso. “Ognuno ha il diritto di far quello che vuole della propria vita… e della propria morte”. [agg. di Rossella Pastore]
IL NUOVO LIBRO
In libreria da meno di un mese con il suo ultimo libro, il teologo e saggista Vito Mancuso ha affrontato nel suo Il bisogno di pensare un dialogo con i lettori per analizzare uno dei bisogni primordiali dell’essere umano. L’unica caratteristica in grado di distinguere la nostra specie da quelle animali e dal resto degli esseri viventi in generale, che nel testo dello scrittore diventa un perno per non smarrirsi nel turbine della vita, una guida per valorizzare al messimo ogni istante. Questa sera, domenica 17 dicembre 2017, Vito Mancuso sarà fra gli ospiti di Fabio Fazio su Rai 1, nel suo programma Che tempo che fa. In una sua intervista a La Stampa, il teologo ha sottolineato come il titolo scelto per il suo ultimo libro racchiuda l’amore per il pensiero da parte dell’essere umano, un sentimento puro che non prevede vincoli di alcun tipo. In netto contrasto con la necessità, che rappresenta “ciò che si vuole perché serve a qualcosa”.
VITO MANCUSO: SCIENZA E FILOSOFIA ACCOSTATE ALLA RELIGIONE
Nonostante le origini siciliane, Vito Mancuso è nato e cresciuto in Brianza, dove ha subito una certa diffidenza da parte dei concittadini proprio per via del suo cognome tutto siciliano. Dai primi passi all’adolescenza, il teologo ha vissuto con forza il razzismo ed era inevitabile che si sentisse fuori posto nella sua stessa città natale. Da lì, ha affermato all’Huffington Post, è nato il suo bisogno di pensare e quindi la base del suo ultimo libro. Eretico secondo alcuni e commerciale secondo altri, Mancuso è noto per aver scosso le fondamenta della Chiesa, affrontando duemila anni di dottrina religiosa a cui ha accostato scienza e filosofia. Indipendente da ogni tipo di maestro, ha vissuto l’adolescenza fra i ragazzi di Cielle e lontano da “quei miei coetanei che sapevano già tutto della vita”. E questo anche se Mancuso ha sempre cercato la verità in ogni posizione, dalla tesi all’antitesi e sotto stretta influenza del pensiero di Hegel. E’ stato infatti un passo del libro Dio esiste? di Hans Kung ed una dedica al filosofo che ha permesso al saggista di scegliere il proprio futuro: dedicarsi “a pensare Dio filosoficamente”.
LA VITA E LA CARRIERA
Nato nel ’62 a Carate Brianza, Vito Mancuso ha affrontato lo studio della teologia appena dopo la maturità, scegliendo gli iscriversi al Seminario arcivescovile di Milano. Dopo cinque anni è stato ordinato sacerdote grazie alla nomina di Carlo Maria Martini, ma l’anno successivo ha chiesto di potersi dedicare solo alla teologia. Inizia in seguito a lavorare con Edizione San Paolo e Edizione Piemme dell’Arnoldo Mondadoti Editore, concludendo il dottorato in teologia nel 1996 con il massimo dei voti. In quegli stessi anni riceve la dispensa papale che gli permette di abbandonare il celibato e di sposarsi, scegliendo di unirsi in matrimonio con l’ingegnere Jadranka Korlat, da cui nasceranno Stefano e Caterina. Visto con scetticismo dalla Chiesa, il pensiero di Mancuso si allontana da diversi dogmo della religione cattolica, come la creazione dell’anima dovuta al divino o il peccato originale e la risurrezione carnale. Alla base dei suoi studi c’è la volontà di ricreare la relazione fra Dio e il mondo e in particolare l’azione divina ad ampio raggio, un’azione permanente nel tempo e identica a se stessa nel corso dei secoli.