All’anagrafe fa Gianluca Gori, ma oramai per tutti è Drusilla Foer, il nome che usa “en travesti” e che l’ha resa celebre nel corso dell’ultima edizione di StraFactor, dove è emersa con tutta la sua verve, tanto che alcune sue uscite sono ben presto diventate anche dei “meme” virali sui social network: non solo cantante e sceneggiatrice, la 72enne originaria di Siena è diventata un fenomeno dopo aver sostituito Mara Maionchi nel fortunato spin-off di X Factor e adesso la sua carriera sembra vivere una seconda giovinezza. Sulle colonne de Il Messaggero, la diretta interessata ha rilasciato un’interessante intervista, confermando non solo le sue doti di seducente e vulcanica affabulatrice e raccontando non solo alcuni curiosi aneddoti della sua vita, ma tornando anche sulla proficua esperienza sul proscenio di X Factor e non mandandole a dire a uno dei suoi protagonisti più celebrati.
SUGLI ESORDI E I MOTIVI DEL RECENTE SUCCESSO
Infatti, nella sua intervista Drusilla Foer parte dalla sua giovinezza e dai pionieristici tempi in cui viveva a New York: nella Grande Mela aveva infatti un negozio di abiti usati e rievoca la sua vicinanza alla Factory di Andy Warhol e le sue chiacchierate con quest’ultimo: “Videro una italiana alta, magra e ben vestita e subito mi appiopparono il soprannome di Duchessa” rivela, anche se precisa che non su il soggiorno americano a definire le sue influenze musicali. “Mi sono formata musicalmente in casa, dato che mio padre ascoltava Rachmaninov e mia madre i Beatles” ricorda, parlando poi anche dell’incontro che ebbe con David Bowie in una trattoria fiorentina: “Lui non lo sapeva ma ci eravamo incontrati anche 20 anni prima al Taboo di Londra”. Tornando invece al presente, l’attore “en travesti” prova a spiegare quale è la chiave del suo recente successo: “In tv e sul web apprezzano la mia parte brillante e pungente, mentre a teatro restano basiti” confessa Drusilla che spiega che i suoi non sono certo “monologhi da Zelig”.
LE CRITICHE A DAMIANO DEI MANESKIN E I PROGETTI FUTURI
A proposito invece di X Factor, Drusilla Foer spiega di aver parteggiato sempre per chi non era più in gara, ovvero Andrea Radice e anche Sem & Stenn che, a suo dire, avevano una idea musicale ben precisa: “Io amo non solo le belle voci, ma anche la personalità: però oggi la qualità del programma è alta e trovarsi di fronte a professionisti di 19 anni è stupefacente”, aggiungendo che il rischio è quello di diventare delle macchiette. E, a tal proposito, la 72enne senese non lesina le critiche a Damiano dei Maneskin per via della sua performance di lap dance e per aver detto in seguito che la sua esibizione in tacchi a spillo era inedita per la musica italiana: “Ma si figuri” sbotta la Foer con l’intervistatrice, “sa quanti uomini con lo scotch sui capezzoli ho visto ballare: Damiano ha una bella voce, ma le sue sono cose già viste” taglia corto, spiegando che si tratta solamente di citazioni e niente affatto di provocazioni. Infine, l’ultima parte dell’intervista a Il Messaggero è riservata al suo privato e anche ai progetti nel futuro immediato: “Nel 2018 farò due progetti teatrali, un film e forse qualcosa di musica” spiega usando anche la metafora gravidanza dato che “non voglio però dire niente fino a tre mesi dopo il contratto, precisando che invece a Sanremo si sentirebbe fuori luogo. “Certo -conclude- se il direttore artistico fosse stato Mila mi avrebbe già chiamata…”.