Sarà tra pochi giorni al cinema con “Benedetta follia” per celebrare i suoi fantastici 40 anni di carriera: Carlo Verdone ha rappresentato i vizi e le virtù degli italiani. Il suo modo di fare comicità è cambiato con gli anni e non è un caso che nel prossimo film parli di un’applicazione per trovare l’amore sul web, come ha raccontato in un’intervista a Panorama:”Questo è indubbiamente il mio film più femminile, era il momento giusto per raccontare la forza delle donne, il loro nuovo protagonismo e soprattutto i sentimenti ai tempi delle App e dei social. Guglielmo finisce risucchiato da Lovit, i tre incontri al buio saranno altrettante tragedie, il sesso nei miei film è sempre una brutta bestia, comico e drammatico e questo è anche un film sui depressi sentimentali, sulla folle confusione amorosa in cui ci dibattiamo. Avevo già raccontato il mondo delle speed date in L’amore è eterno fin che dura, ma qui è protagonista, rappresenta un fantastico microcosmo di mitomania e nevrosi contemporanee con storie di micidiali cantonate. Eppure in tanti, magari al terzo tentativo, si sono innamorati online e poi sposati. Del resto oggi come altro incontrarsi? Stiamo tutti incollati ai cellulari”. 



VERDONE SINDACO DI ROMA?

Una delle scene cult con protagonista Carlo Verdone è quella di Gallo Cedrone, in cui riferendosi al Tevere l’improbabile candidato domanda agli elettori:”Sto fiume ce serve o nun ce serve?”, proponendo addirittura di asfaltarlo. E dire che qualcuno all’attore ha pensato seriamente come sindaco di Roma:”Me l’hanno già proposto, nel dopo Alemanno. Sono venuti in sei qui a casa, no, non le dirò mai di quale schieramento, mi hanno spiegato che mi avrebbero fatto un corso accelerato, e mostrato un sondaggio sul mio nome, avevo il 41,3% delle preferenze, mentre il 27,3% lo voleva assessore alla cultura. Ho declinato nonostante le pressioni. Non è il mio lavoro“. Ma ipotizzando che avesse accettato l’incarico, quali sarebbero stati i primi provvedimenti del Verdone sindaco? L’attore ha pochi dubbi:”Riorganizzazione totale dei mezzi pubblici che partono dalle periferie verso il centro, aree pedonali molto vaste, severità estrema con chi posteggia in doppia e terza fila. Ma prima di tutto costruirei garage sotterranei sul modello delle città europei fregandomene dei vincoli. Lo so che Roma appena scavi trovi ‘na colonna, ma non è più importante riqualificare le periferie? E infine, questa è la più impopolare: via i sampietrini, li voglio vedere solo nelle foto Alinari, non vanno più bene con il traffico di oggi, ti fratturanoo la schiena ti invalidano. Dice “ce togli la poesia”. Ma dove la vedi ‘sta poesia?. Il sampietrino è fatto per le carrozze“.

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