Periodo lavorativamente intenso per l’attrice Claudia Gerini che, dopo Ammore e Malavita, è in sala con Nove lune e mezza, commedia di Michela Andreozzi che tratta temi come la fecondazione assistita e l’utero in affitto. Un utero più in prestito per amore della sorella  nel lungometraggio, come sottolinea l’artista a Il Giornale: “Utero in affitto? In realtà, nel mio caso – cinematografico s’intende – è solo in prestito. Lo ritengo una forma di sfruttamento del corpo femminile e, come tale, condannabile. A meno che…”. Continua la Gerini: “Se una donna è consapevole. Se non è costretta dalle necessità o dalla fame a dare alla luce un bambino per poi venderlo. Se ha parametri di istruzione e cultura che le permettano di distinguere il bene dal male. Allora forse si può anche fare”. Dal punto di vista personale: “Io accetterei? Non ne sarei capace. Non lo ammetterei né fisicamente né moralmente”. Tornando al personaggio del film della Andreozzi: “E’ tenerezza. La aiuto a realizzare un sogno impossibile. Però c’è chi lo fa per soldi. E, diciamocelo, questa è una forma di prostituzione. Io non ricorrerei mai alla maternità surrogata. Allora, meglio adottare”.



LA RAPINA SUBITA

Dall’utero in affitto al mondo del cinema, il suo mondo che “descrive una realtà romanzata. Edulcorata. A volte esagerata. Ma sempre dal punto di vista di quel regista. E di quell’ambiente emotivo. Sono tutte fandonie? Ogni giorno succedono cose assurde. Impensabili da scrivere in un copione, ma la vita ci sorprende. Poi quando le vediamo là, sul grande schermo, scatta l’ennesimo “Sì vabbè, solite scene da film”. E invece”. Successivamente l’attrice ha spiegato secondo lei cos’è la paura: “Non sapere da dove arriva il male. Ignorare che cosa ci aspetta al di là della porta. Se l’ho mai provata? Non sono una fifona. Non mi spaventa il buio né il vuoto. E neppure i famigerati insetti. Però non sono un supereroe. Pardon, una super eroina. E quando mi hanno rapinata me la sono vista brutta davvero. Mi sono ritrovata la canna di una pistola in faccia. Quando è capitato? Ero una ragazzina, in compagnia di una mia amica. All’improvviso eravamo sotto tiro di quell’arma. Ci hanno portato via tutto l’oro che avevamo. E’ stato terrore. Puro”.



CLAUDIA GERINI, “LA MUSICA E’ LA MIA SPINA DORSALE”

Passando alla musica e alle sue qualità canore, Claudia Gerini ha scelto tra Iris Blond e la violoncellista raffinata di Nove lune e mezza: “Iris Blond, senza dubbio. Mi piace cantare e ballare, sono una showgirl mancata. Adoro stare dentro le canzoni e raccontare i sentimenti”. La musica, che ha un significato particolare per l’attrice: “E’ la mia spina dorsale e l’ispirazione. Una delle gioie della vita”. Una gioia delle tante: “I viaggi. I figli. L’amore”. L’artista infatti ama viaggiare e, ai microfoni de Il Giornale, ha proseguito: “Amo vivere l’atmosfera del Paese che visito. Voglio mangiare come chi vive là. Incontrare sconosciuti. Chiacchierare con chi non ho mai visto, farmi dire la sua storia e, se capita, raccontargli la mia. Ho fatto viaggi pazzeschi, che si fanno solo in gioventù. Quando si è liberi davvero. Si sapeva il giorno della partenza, non quello del ritorno”.



“NON FARO’ MAI LA REGISTA”

Nel corso della lunga intervista rilasciata a Il Giornale, Claudia Gerini ha rivelato di essere una ex carnivora: “Mangio poco volentieri gli animali. L’unica eccezione è qualche petto di pollo ogni tanto”. Una scelta nata dopo aver letto The China Study del nutrizionista Colin Campbell, libro che le ha cambiato la vita. Anche per motivi scientifici: “E’ provato che le carni rosse sono cancerogene. Quindi limitiamo i rischi”. Successivamente l’attrice è tornata sul suo lavoro, facendo una promessa: “Non farò mai la regista. Prometto. Anzi giuro. Non è il mio mestiere. Non ho quella pazienza”. Lei il cinema lo fa, ma lo vede anche: “Ci vado, ci vado. Due o tre volte al mese sono lì. Cosa guardo? Scelgo a istinto. Non ho categorie prestabilite. Italiani, francesi o americani. Dipende da quello che mi ispira. Di solito però sono storie, commedie o genere sentimentale”. E che effetto le fa rivedersi sul grande schermo: “E’ stupendo. Non smettevo più di ridere. Se poi piace e se ne ha un buon ricordo è una soddisfazione enorme”. Infine, un commento sulla sua frase “la strada della felicità è lastricata di vaffa” nel film Nove lune e mezza: “Eccome se è vero, purtroppo. Quanti ne servono? Troppi per essere felici”.