La seconda puntata e ultima di “Indietro Tutta Trenta e l’Ode”, in onda mercoledì 20 dicembre su Rai 2 dalle 21.30 alle 0.11, ha raccolto davanti al video 3.089.000 spettatori pari al 15.1% di share. La presentazione – di 11 minuti – ha raccolto 2.021.000 spettatori pari al 7.8% di share. Lo show di Renzo Arbore e Nino Frassica è stato battuto dalla partita di Coppa Italia tra Juventus e Genoa, su Rai1, che ha conquistato 4.990.000 spettatori pari al 19.9% di share. Settimana scorsa, invece, la prima puntata di “Indietro Tutta 30 e l’Ode” – in onda dalle 21.24 alle 0.19 – aveva interessato 3.888.000 spettatori pari al 19.2% di share, conquistando così la prima serata. Il varietà che celebra i 30 anni dello storico “Indietro tutto” aveva avuto la meglio sull’incontro di Coppa Italia tra Milan e Verona che aveva conquistato “solo” 3.139.000 spettatori pari al 12.3% di share. Arbore e Frassica avevano anche battuto Bonolis e il suo “Music”, che aveva raccolto davanti al televisore 3.089.000 spettatori pari al 15.1% di share. (agg. Elisa Porcelluzzi)



UN SUCCESSO LUNGO 30 ANNI

Il 14 dicembre del 1987 in seconda serata su Rai 2 debuttava uno dei programmi che ha fatto la storia della nostra televisione, Indietro tutta. Dopo trent’anni esatti, ne è stata riproposta la visione, con due puntate, l’ultima delle quali è andata in onda giovedì 21 dicembre. La versione moderna, per celebrare il trentennale della storica trasmissione, ha visto Renzo Arbore e Nino Frassica scendere in campo in uno appassionato viaggio-ricordo di momenti, tormentoni e personaggi che hanno fatto grande il programma. Un Amarcord, che è stato ripagato dall’interesse del pubblico: la prima puntata, infatti, è stata seguita da 9 milioni di spettatori e c’è da aspettarsi che la seconda abbia fatto registrare lo stesso risultato.  Tantissime le carrellate di ricordi, i tormentoni (“Io vado al regolamento… VAROO?”, “Volante 1 a volante 2”, “Cacao meravigliao” ecc), i celebri personaggi (il notaio, l’uomo chiuso nella grotta), le gag (quella del telefono con cui ci si metteva in collegamento con bizzarri personaggi, come quelli interpretati da Massimo Troisi. Tanti anche gli omaggi: a Francesco Paolantoni, Marenco, Riccardino, Alfredo Cerruti ed Arnaldo Santoro e Troisi, appunto. A fare da filo conduttore, Andrea Delogu, vestita da infermiera (anche se non è poi così chiaro il motivo) e le domande del pubblico, forse un po’ troppo costruite e poco spontanee.



IL BILANCIO DEL PROGRAMMA

Il programma è stato senza dubbio un viaggio a ritroso nel tempo piacevole, un percorso che ha però avuto a tratti anche del “museale” quando per esempio è stato mostrato il costume delle ragazze Coccodè: proprio per questo, a tratti è sembrata una cosa vecchia. Non tanto nell’argomento, questo era un punto ovvio visto che si parlava di passato, ma nell’impostazione, a tratti ripetitiva e decisamente “vintage”. Non si è nemmeno capita molto bene l’idea dell’università: probabilmente l’idea era quella di accostare “vecchio” e “giovane”, ma le domande forzate e nulla di moderno nel programma non rendono giustizia a questo accostamento. In alcune interviste, Arbore ha spiegato che l’idea dell’università è legata al fatto che negli atenei si studiano i suoi programmi: l’idea, dunque, era quella di ricreare l’ambientazione, ma la riouscita non è stata così eccellente. Infine, dubbi anche su ruolo di Arbore e Frassica, non docenti, non alunnni, sembravano telespettatori: che come concetto avrebbe potuto funzionare, se non fosse che, a tratti, sembravano scordarsi di essere anche conduttori. 

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