Luca Guadagnino entra a gamba tesa sul caso Harvey Weinstein e molestie sessuali che ha fatto tremare il mondo dello spettacolo negli ultimi mesi. Come tutti nel mondo del cinema, anche Luca Guadagnino conosceva ala perfezione che tipo di persona era il produttore americano e se ne teneva ben alla larga. Racconta il regista italiano alla rivista Vanity Fair: “Conoscevo benissimo i metodi di Harvey Weinstein, così come li conoscevano tutti. Si comportava come un bullo e aveva un atteggiamento mafioso che io, da palermitano, purtroppo conosco molto bene. Per questo l’ho tenuto sempre alla larga, proprio per questo suo atteggiamento. Ma apriamo una parentesi anche sul Weinstein produttore. A mio avviso gli unici film degni di essere chiamati tali prodotti da lui sono quelli di Quentin Tarantino, ma Tarantino è un genio, non conta. Per il resto è il nulla. Secondo voi Shakespeare in love che senso ha come film?” Un giudizio duro quello di Luca Guadagnino che però rispecchia almeno in parte il giudzio di tanti addetti ai lavori ed esperti di cinema che finalmente possono sparare a zero su di lui.



LA GIOVINEZZA

Sempre su Vanity Fair il regista siciliano ha raccontato la sua giovinezza. Dichiaratamente omosessuale, Guadagnino ha vissuto fin da sempre in una famiglia aperta e cosmopolita. Italiano e siciliano di nascita ma, in fin dei conti, cittadino del mondo: il fratello vive a Parigi, una sorella in Australia. Racconta Luca Guadagnino riguardo alla sua adolescenza: “Da giovane ero fondamentalmente un provocatore e nulla più. Passavo giornate intere a leggere nella biblioteca Sellerio di Palermo e uscivo poco. Ricordo un episodio della mia vita che credo faccia luce su come ero io e sull’apertura mentale della mia famiglia. Una volta regalai ad una mia compagna per il suo compleanno un catalogo fotografico di nudi. Per l’epoca era chiaramente un qualcosa di scioccante e, infatti, la mamma della mia amica chiamò mia madre per protestare. In tutta risposta mia madre gli disse che noi eravamo contentissimi che ce lo avrebbe riportato visto che era un favoloso catalogo”. Ne ha fatta di strada quel ragazzo: ad oggi è l’unico regista che potrebbe farci sorridere ancora a livello internazionale.



I FILM

Inutile girarci intorno più di tanto: i film di Luca Guadagnino non sono molto amati in Italia. Qui da noi il regista ha sempre incontrato un riscontro di pubblico piuttosto freddo e scostante, diversamente da quello che accade all’estero. Al di fuori dei confini nazionali, infatti, il regista palermitano ha accumulato un riconoscimento artistico dopo l’altro, segno di un reale apprezzamento del pubblico internazionale. Il rapporto difficile con la Nazione Italia è vissuto ancora male da Guadagnino. Ricorda il regista: “Ricordo benissimo ancora oggi il mio primo flop. Era il 1999 e il film era The Protagonists. In sala c’erano solo fischi di ogni tipo, è stata un’esperienza che mi ha segnato. Ancora adesso quando c’è la prima di un mio film sono nervosissimo e sento la tensione a mille. Oramai sono talmente abituato alle critiche negative che quando ce n’è una positiva quasi quasi mi stupisco. Il mio ultimo film, ‘Chiamami col tuo nome’, sta ricevendo solo critiche positive… e questo è un fatto davvero straordinario!” Finalmente, dopo tanti insuccessi (qui da noi) per Guadagnino sono in arrivo grandi soddisfazioni.