Sono ormai tutti a conoscenza della multa beccata da Antonino Cannavacciuolo per il suo nuovo bistrot a Torino, in via Cosmo 6 e a pochi passi dalla Gran Madre. È scattata la doppia denuncia a piede libero per frode in commercio nei confronti del direttore della ristorazione del bistrot, Giuseppe Savoia, e della moglie di Cannavacciuolo, Cinzia Primatesta, responsabile della società Ca.Pri a cui è legata la catena di ristoranti dello chef e il tutto a causa di alcuni prodotti surgelati che venivano però spacciati per freschi. Sul web sono però in molti a schierarsi dalla parte del noto chef. C’è infatti chi scrive: “Sig. Antonino Cannavacciuolo, io ho mangiato nel suo ristorante ed era tutto freschissimo. A Torino dovrebbero farsi un bel giro nei Kebab e nelle bettole che fan tanti soldoni, dove non si bada ne’ alla pulizia ne’ alla qualità. Certe notizie puzzano proprio di invidia. Stia tranquillo, i piemontesi sanno valutare le persone che lavorano con onestà”. (Anna Montesano)
“Mancava solo un asterisco”
Alla fine Antonino Cannavacciuolo ha rotto gli indugi ed ha commentato la vicenda che lo ha visto tristemente protagonista in queste ore, rispondendo ad alcune domande per il quotidiano La Stampa. Lo chef ha smentito le accuse di frode ed ha commentato: “Per me significa fregare i clienti. E né io, né mia moglie, né il nostro staff lo ha fatto, lo fa o lo farà mai. Va bene che ci siano delle regole, ma applicarle in questo modo è assurdo”. Ma cosa sarebbe successo realmente? Per Antonino “mancava solo un asterisco”. Dunque conferma il corretto procedimento dell’abbattimento del pesce, come indicato dalla legge italiana, solo che questo sarebbe stato indicato al fondo della carta. “Certo: abbiamo sbagliato, c’è poco da discutere. Ma non l’abbiamo certo fatto in malafede. D’ora in avanti un asterisco lo indicherà accanto ad ogni piatto. Fine della storia”, commenta. E sulla pasta congelata assicura che quella servita ai clienti è sempre fresca, ma che ciò che avanza viene congelato e tenuta per uso personale e non per essere proposto in seguito ai clienti. Infine, in merito alle materie prime non tracciate che sarebbero state rilevate dagli ispettori, Cannavacciuolo ha spiegato: “Chiariamoci, tutto quello che è stato trovato nella cucina di Torino è assolutamente tracciato. Semplicemente non sono state riscritte le schede dei singoli fornitori sui registri del ristorante. Evidentemente, negli ultimi tre giorni, nessuno ne aveva avuto ancora il tempo”. A sua detta, dunque, sarebbe bastato un semplice avvertimento e una semplice pacca sulla spalla accompagnata da un “non lo fare più”. Ma la storia, questa volta, è andata diversamente. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
CONGELARE IL PESCE, COSA PREVEDE LA LEGGE
Una indicazione imprecisa dell’uso dei cibi congelati presenti nel menù del bistrot torinese di Cannavacciuolo gli è costato cara con una multa e una doppia denuncia per frode. Ma qual è l’importanza in riferimento alle norme che regolano il consumo e soprattutto la conservazione di determinati alimenti, specialmente pesce? A chiarirlo è la legge italiana che, come spiega Repubblica.it, da 20 anni ha attuato un procedimento ben preciso obbligando chi somministra e consuma prodotti ittici crudi (o cotti purché ad una temperatura inferiore ai 60 gradi) a usare pesce congelato o a congelarlo per 24 ore a meno 20 gradi. Da qui la necessità da parte delle cucine dei ristoranti di dotarsi di appositi abbattitori. Questo procedimento evita il rischio di contrarre gravi infezioni da parassiti, a partire dal pericoloso Anisakis che può arrivare fino allo stomaco provocando sintomi spesso dolorosi come vomito e diarrea. Tra congelare e surgelare esiste una netta differenza determinata proprio dalla variabile tempo. La velocità di raffreddamento che è possibile attuare con un abbattitore, renderà il prodotto scongelato simile a quello fresco in termini di turgidità, valori nutrizionali e organolettici. E proprio le bassissime temperature permettono di uccidere l’Anisakis. Da qui l’obbligo nei ristoranti che vogliano servire pesce crudo. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
IL SILENZIO DELLO CHEF
Antonino Cannavacciuolo finisce nei guai dopo una serie di controlli dei Nas nel suo Cannavacciuolo Bistrot Torino che ha aperto i battenti da pochi mesi e che può contare su uno staff giovane e molto preparato. I controlli avviati in alcuni dei locali più esclusivi di Torino, tuttavia, hanno portato a galla alcune irregolarità. Sui social, gli utenti si sono scatenati con i commenti mentre lo chef è ancora in silenzio. Sulla pagina ufficiale di Cannavacciuolo, infatti, tutto tace. L’ultimo post risale a ieri sera e riguarda il debutto della settima stagione di Masterchef Italia. A pochi giorni dal Natale, periodo naturalmente florido per i ristoratori, Antonino Cannavacciuolo è alle prese con una grossa grana da risolvere. Nel mirino dei Nas, tuttavia, sono finiti altri locali importanti di Torino anche se, come svela La Stampa, il Bistrot di Cannavacciuolo ha avuto la peggio (aggiornamento di Stella Dibenedetto).
I COMMENTI SU TWITTER
Anche il web ha reagito alla notizia del blitz nel bistrot torinese di Antonino Cannavacciuolo. Ma si sa, che il popolo degli internauti ha un’ironia tutta sua per commentare le notizie. Tanti i tweet con l’hashtag #Cannavacciuolo, ormai in tendenza. “Ma non ho capito: #Cannavacciuolo portava il pesce in tavola senza scongelarlo prima?” e “I NAS multano il bistrot di #Cannavacciuolo. I pesci venivano congelati a schiaffoni”, scrivono due utenti su Twitter. Ironia anche sulle sorti dei giudici di MasterChef: “#Cannavacciuolo serve prodotti congelati, Cracco perde una stella Michelin…. chi potrà ancora umiliare i concorrenti di Masterchef? Chi è senza peccato scagli il primo piatto!” e “#masterchefit peggio di hunger games; Cracco perde stella, #cannavacciuolo congela: chi sarà il prossimo?”. Altri utenti scherzano sui costi elevati del ristorante dello chef napoletano: “Stavo andando a fare una rapina per pagarmi la cena da #Cannavacciuolo e leggo del surgelato. Vendo passamontagna come nuovo” e “Ma tanto noi da #Cannavacciuolo non potevamo permetterci neanche i surgelati venduti per surgelati”. Immancabile un cinguettio sul programma Cucine da Incubo, che vede protagonista proprio lo chef: “Quindi la cucina da incubo ce l’aveva in casa? #Cannavacciuolo”.
BLITZ DEI NAS AL BISTROT DI TORINO
Lo scorso luglio Antonino Cannavacciuolo ha aperto a Torino i suoi nuovi bistrot, in via Cosmo 6 e a pochi passi dalla Gran Madre. “Come ho scelto Torino? Quando ho visto il locale l’ho capito subito: mi porterà fortuna. Io vado a energia, sento subito se uno spazio mi porta fortuna oppure no. Finora è andata così, poi magari un giorno prenderò un palo in faccia”, aveva detto lo chef napoletano in occasione dell’inaugurazione del locale, come riporta La Stampa. Ieri, invece, sul bistrot – che propone menù degustazione da 75 euro a testa e percorso degustativo dei vini a 60 – è scoppiata la bufera. Nelle ultime settimane l’Asl e i carabinieri del Nas hanno avviato una serie di controlli a campione nei ristoranti più esclusivi di Torino. Aprendo il congelatore del Cannavacciuolo Bistrot Torino, militari e ispettori hanno trovato esce, pasta, dolci e ortaggi, tutti sottoposti al processo di “abbattimento”. Purtroppo, però, sui menù destinati ai clienti, accanto ai piatti proposti, mancava l’indicazione degli alimenti congelati.
DENUNCIATA LA MOGLIE DI CANNAVACCIUOLO
È così scattata la doppia denuncia a piede libero per frode in commercio nei confronti del direttore della ristorazione del bistrot, Giuseppe Savoia, e della moglie di Cannavacciuolo, Cinzia Primatesta, responsabile della società Ca.Pri a cui è legata la catena di ristoranti dello chef, compreso quello di Torino. “Ma quale frode? Per me significa fregare i clienti. E né io, né mia moglie, né il nostro staff lo ha fatto, lo fa o lo farà mai. Va bene che ci siano delle regole, ma applicarle in questo modo è assurdo. Si parla tanto delle difficoltà che gli imprenditori sopportano per lavorare in Italia, in qualsiasi settore. Ecco: storie come questa fanno venire voglia di andarsene da un’altra parte”, ha commentato Cannavacciulo intervistato da La Stampa. Lo chef ha riconosciuto l’errore ma ci tiene a precisare che non è stato fatto di proposito: “Certo: abbiamo sbagliato, c’è poco da discutere. Ma non l’abbiamo certo fatto in malafede. D’ora in avanti un asterisco lo indicherà accanto ad ogni piatto. Fine della storia”.
MULTA DI 1500 EURO
Ma non è tutto. Ai gestori è stata anche data una multa di millecinquecento euro, per la mancanza di un corretto sistema di tracciabilità di alcune materie prime utilizzate in cucina. “Chiariamoci, tutto quello che è stato trovato nella cucina di Torino è assolutamente tracciato. Semplicemente non sono state riscritte le schede dei singoli fornitori sui registri del ristorante. Evidentemente, negli ultimi tre giorni, nessuno ne aveva avuto ancora il tempo”, ha spiegato lo chef napoletano a La Stampa. Infine il giudice di Master Chef ha commentato la rigida applicazione delle regole: “È giusto che i ristoranti siano controllati. Perché il cliente deve sedersi a tavola tranquillo di non trovare sorprese. In cucina e nelle sale non ci devono essere lavoratori in nero eccetera. Ma se c’è un menù che non è scritto nel modo giusto, forse potrebbe bastare un avvertimento. Magari con una bella pacca sulla spalla e un “non lo fare più”…”.