Uno spettacolo di due ore interamente dedicato al mondo della danza che non solo apre in grande stile la programmazione del servizio pubblico nel 2018 ma segna anche il ritorno sul piccolo schermo del ballerino originario di Casale Monferrato: grazie a Roberto Bolle, la serata del 1° gennaio su Rai 1 sarà a passo di danza e vedrà la 42enne étoile dare vita a uno show intitolato “Danza con me” e che, a detta dello stesso diretto interessato (protagonista nonché direttore artistico dell’evento) “è una cosa che a livello mondiale non ho mai visto: una prima serata alla danza il primo dell’anno…” confessa con un certo orgoglio Bolle. In una recente intervista concessa a Il Messaggero, inoltre, il ballerino ha avuto modo non solo di parlare del suo rapporto con la televisione e quella che per lui è una sorta di missione divulgativa attorno al mondo della danza, ma è tornato anche su alcuni aspetti del suo privato e sul modo in cui l’opinione pubblica (e in particolare i social network) insistano sul fatto che lui sia gay.
L’INTERVISTA A “IL MESSAGGERO”
Nell’intervista apparsa sulle colonne del quotidiano romano, Roberto Bolle è ritornato sulla conferenza stampa di presentazione di “Danza con me” e sul format del programma, due ore durante le quali sarà affiancato da celebri ballerini quali Polina Semionova e Melissa Hamilton, oltre che da artisti provenienti dal mondo della musica e dello spettacolo come Tiziano Ferro, Fabri Fibra, Miriam Leone e Virginia Raffaele. Sulla falsariga di quanto detto da Angelo Teodoli, direttore della rete ammiraglia della Rai (“Vigliamo crescere”), il 42enne piemontese ha raccontato che la sua missione, con questo show in prima serata, è quello di allargare il pubblico della danza, “facendola uscire dalla sua nicchia, dato che la tv ha un impatto mediatico enorme”. Ed è proprio per questo motivo che Bolle ha confessato di volersi avvicinare al pubblico televisivo, lamentandosi tuttavia del fatto che invece è il mondo e anche l’audience del teatro ad essere spesso restia ai cambiamenti e alle novità: “Si fa troppo poco per adeguarsi” si lamenta il ballerino che si rammarica del fatto che si voglia sempre vedere rappresentato Il Lago dei Cigni mentre, a suo dire, una rappresentazione che fa ricorso a giochi di luci e proiezioni “crea una ricchezza visiva vicina alle generazioni dello smartphone”.
“NON MI DA’ FASTIDIO SE DICONO CHE SONO GAY”
Infine, nell’ultima parte dell’intervista rilasciata a Il Messaggero, Roberto Bolle tocca alcuni aspetti del suo privato, a partire dall’insistenza di chi sul web dice che lui è gay: “A me non dà fastidio, è normale che la gente ne parli” si limita a rispondere l’artista alla domande del giornalista, precisando che sono stati altri i momenti difficili, come ad esempio quando ha dovuto lasciare la sua famiglia per studiare alla Scala: “La mia famiglia però è sempre stata il mio punto di riferimento” afferma, confessando di aver spesso pianto, “ma ora no, devo le cose positive della vita” chiude, spiegando che nonostante ci siano sempre i momenti di difficoltà e di stress sa di essere un privilegiato e, a tal proposito, cita come esempio da seguire quello del “pianto liberatorio” di Ahmad Joudeh, il ballerino siriano che sarà protagonista con lui nella serata-evento del 1° gennaio.