Pensando a un film da proporre per questo periodo natalizio mi è venuto in mente Io sono con te di Guido Chiesa uscito nelle sale nel 2010. Forse, allora, sono stato uno dei pochi a vederlo, non ha riscosso molto successo al botteghino, invece è un film semplice e interessante sulla figura della Beata Vergine Maria, dall’Annunciazione fino a Gesù dodicenne tra i dottori del tempio. Riguardando il film ho avuto la percezione che il regista fosse coinvolto personalmente, che ci fosse qualcosa che partiva direttamente da lui. Non mi sono sbagliato.
Sapevo che aveva girato Il partigiano Johnny, Lavorare con lentezza, Belli di papà (questi i più famosi) e cercando in internet qualche sua intervista ne ho trovata una in cui raccontava della sua conversione al cristianesimo. Da qui ho pensato a un’ intervista per capire come tutto questo è nato. Guido è stato molto cordiale, ma non solo, ho riconosciuto sin dal primo momento una persona che mi ha dato testimonianza di come il cuore dell’uomo, se è veramente desideroso della verità per la propria vita e dei propri bisogni, sente che tutto è Mistero e che solo Cristo incarnato ne è il significato. E più che una intervista è stato uno scambio di esperienza come due confratelli che non si conoscono ma che vivono sulla stesso percorso, con lo stesso santo fine. Da qui ci siamo detti delle cose anche personali con una semplicità inaspettata. Mi scuso perciò per le poche domande seguenti e le varie sintesi.
Vedendo il tuo film ho pensato a un tuo coinvolgimento non emotivo ma spirituale e ti chiedo come è avvenuto l’incontro per te con Cristo?
Il film è stato l’approdo di un percorso iniziato anni prima. Ero negli Stati Uniti e mia moglie Nicoletta Micheli, sceneggiatrice del film, mi chiama dall’Italia raccontandomi di aver incontrato all’uscita da scuola la mamma di una compagna di nostra figlia che gli aveva parlato della Madonna in una maniera che l’aveva molto colpita e da qui l’idea di scrivere un film. Io risposi negativamente, venivamo entrambi da ambienti della sinistra extraparlamentare, non atei, ma per nulla credenti. Ne parlai con degli amici produttori che invece mi convinsero: poteva essere una figura vista con occhi da laici e perciò interessante per essi. Mia moglie iniziò le ricerche mariologiche e sull’ebraismo. Io cominciai ad approcciare l’argomento ed entrai in crisi. Avevamo due figlie e mi sentivo in difficoltà con la paternità, mi ritrovavo più bisognoso d’affetto che capace di darne, più autoritario che autorevole, volevo stare con loro, ma quando vi ero volevo stare altrove. Un approfondimento anche della mia infanzia e del rapporto con mia moglie. Addentrarmi nel film poteva essere la possibilità di risolvere questo problema. Vado proprio in crisi, vado anche in terapia. E senza sapere come, mi ritrovo a pregare.
Tutto questo avveniva in un percorso quotidiano lungo cinque anni, fatto di vita, incontri, persone, lavoro, studio, parallelamente alla scrittura del film basata sui Vangeli di Luca e Matteo e con la nascita nel 2006 del terzo figlio.
Siamo arrivati nel 2009 a sposarci in chiesa e a battezzare i nostri figli. Il percorso è continuato e continua tuttora. Ogni passo della scrittura del film è stato per noi come un incremento di intelligenza evangelica, sono passato inizialmente da un discorso intellettuale a un’incarnazione di Gesù nella mia vita quotidiana.
Il film è stato girato in Tunisia perché Guido ha cercato i luoghi e le location più antropologicamente reali. Si coglie che i soldi per realizzare la pellicola erano pochi, ma ciò non toglie la vivacità che in essa sovviene. Le inquadrature sono pulite, forse scolastiche, ma colgono bene le espressioni dei volti di Maria e Giuseppe. Gli attori, a parte i Magi, non sono professionisti, Maria è veramente una pastorella capace di mungere le pecore.
Fotografia che esalta i colori diurni, ma ottima nei chiaro scuri e nei notturni. Forse qualcuno storcerà il naso vedendo la mancanza della cometa, dei pastori e gli ”strani” Magi. Forse qualcuno si scandalizzerà per il sangue della circoncisione, per una Maria poco da immaginetta. Tutto è molto umano e carnale. Come è la vita.
Maria afferma: il Signore chiede Misericordia, non sacrifici. Io rispetto la legge, ma cosa dice il tuo cuore? Io voglio fare solo quello che vuole il Signore. Maria non parla molto, ma emerge che serbava queste cose nel suo cuore e che Giuseppe è un bravo falegname e un uomo silenzioso e buono. L’Amore viene esaltato. E il preludio del dolore è forse in una scena banale, quando cade il martello da falegname sul piedino di Gesù che scoppia in lacrime. Marie esce dalla casa spaventata e lo prende tra le sue braccia.
Un aiuto che Guido mi ha dato è la genesi del film che trovate qui. Un grazie anche a Nicoletta Micheli, moglie di Guido, che spesso mi ha citato nel nostro parlare.