È andata in onda ieri l’ultima puntata di Music, lo show punta di diamante dei palinsesti Mediaset giunto ormai alla sua seconda edizione. Un programma ritmato, e non solo perché si parla di musica: il merito principale è da attribuirsi alla coppia di fatto e di fatto coppia (l’importanza delle virgole) Bonolis-Laurenti. Ma i voli pindarici bonolisiani sono facili a farsi: la musica è insostenibilmente leggera, e nemmeno gli outsider pesano più di tanto. È il caso del tennista John McEnroe, prima nota stonata della serata. Stonata perché di cantare, a McEnroe, proprio non va. Alla domanda su quale sia il legame tra musica e tennis, lo sportivo risponde appellandosi alle affinità morfologiche tra chitarra e racchetta. Per non parlare del riferimento politico: “In Italia eleggete un premier all’anno”. Caro John, il punto è proprio questo: non lo eleggiamo. Voto: 4. Il sole è tornato, in casa Carrisi. Questo viene da pensare ascoltando la cover di The House Of Rising Sun by Yari e Al Bano. Voce top, un po’ meno il look. Okay le fiere origini contadine, ma la tenuta da cowboy era evitabile. Per non parlare di Al Bano Junior, con tanto di jeans e t-shirt raccattati dai camerini. Voto: 5.



I The Kolors propongono un medley di “classici” tratti dal repertorio dei Queen. “È a loro che mi sono ispirato”. Certo, Stash, ma potevi farlo un po’ meglio. Voto: 3. Per Bonolis, Massimo Ranieri è la “pietra preziosa della musica italiana”. Pietra miliare, semmai, ma gliel’abbuoniamo. “Sono un po’ come Jekyll e Hyde, il teatro e la canzone sono due parti inscindibili della mia persona”. Con Stevenson sappiamo tutti com’è finita; auguriamo a Massimo un po’ più di fortuna. Voto: 6. Giacca di pelle d’ordinanza per Luca Carboni, che canta “son partito da Bologna…”. Luca, meglio se ci torni, a Bologna: fatichi a tenere il tempo. Ma ecco che spiega: “Cosa son venuto a fare/ciò già un sonno da morire”. Chissà perché non fatichiamo a credergli: mai vista una performance più aderente alle parole del testo. Voto: 4. Marco Masini racconta i suoi esordi: “Ho fatto il tastierista, prima per Tozzi e poi per Raf. Raffaele è stato un po’ il mio mentore, mi ha insegnato a stare sul palco”. Raf non è esattamente Virgilio: questo spiega molte cose. Voto: 4.

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