Conosciuto come una delle icone del Flower Power, Antoine Muraccioli ha il merito di essersi fatto conoscere come cantautore francese nell’Italia degli anni ’60. La sua celebre Pietre, cantata in coppia con Gian Pieretti al Festival di Sanremo del ’67, gli ha permesso infatti di rivoluzionare il panorama musicale del nostro Paese e di rimanere fra gli artisti più in vista nei successivi quattro anni. Questo suo brano di forte contestazione riuscì ad attirare l’attenzione anche di Giorgio Gaber, che decise di replicare all’artista malgiasco con la sua ironica La risposta a Pietre, in un’esibizione all’interno del programma Diamoci del tu del ’67. Antoine Muraccioli, conosciuto in Italia con il solo nome di battesimo, sarà fra gli ospiti di Che tempo che fa questa sera. Il successo ottenuto con Pietre è in realtà una conseguenza del clamore registrato con il 45 giri distribuito l’anno precedente, Le divagazioni di Antoine, a cui l’eclettico cantautore fa seguire Cosa hai messo nel caffè, un brano che canta in coppia con Riccardo Del Turco, e il più famoso Cannella, un singolo uscito nel ’67.



ANTOINE MURACCIOLI, DA CANTANTE A REGISTA

Dopo aver ottenuto la prima posizione in classifica con le sue Divagazioni di Antoine, il cantautore Pierre-Antoine Muraccioli preferisce adesso rimanere dietro a una telecamera e ha presentato di recente il suo documentario Tuamotu, Marquises, Gambier, Australes presso il Theatre du Donjon e che ha iniziato a girare in Polinesia nel 2009. Ogni anno l’artista francese, oggi 73enne, ha infatti aggiunto riprese e migliorie, fra cui le immagini aeree ottenute grazie all’utilizzo di un drone. In una sua intervista a La Republique du Centre, Antoine ha sottolineato che questo suo lavoro cinematografico è comunque molto musicale, soprattutto perché la sua è l’unica voce narrante. L’evoluzione del cantautore in regista non deve invece sorprendere, dato che nella sua vita Antoine è stato performer, navigatore, compositore e autore e molto altro ancora. Il protagonista si definisce del resto un nomade che è riuscito ad ottenere successo sia grazie alle sue canzoni che ai libri, alla pubblicità e ai film.



GLI ESORDI

Nato in Madagascar nel giugno del ’44, Pierre-Antoine Muraccioli inizia a viaggiare per tutto il mondo fin dai vent’anni e rigorosamente in autostop. E’ così che conoscerà il direttore artistico della Disques Vogue, Christian Fechner, che rimarrà colpito dalla sua voce e che lo spingerà a debuttare in pochi mesi con il suo La guerre/Autoruote Europeenne n.4, il suo primo 45 giri. Dato il legame con l’Italia, debutta al Festival di Sanremo due anni più tardi con Pietre, riuscendo a raggiungere la prima posizione delle classifiche con la successiva La tramontana, in cui duetta con Gianni Pettenati. I riflettori rimangono a lungo puntati su Antoine, soprattutto per quell’aria stravagante e internazionale, dovuta ai capelli lunghi e la barba, i vestiti a fiori ed un accento francese che fanno subito colpo nel pubblico italiano. Dopo aver distribuito Cannella nel ’67, inizia a girare il mondo a bordo di una barca a vela, pubblicando nel frattempo dei documentari realizzati sulle sue imprese e libri fotorafici. Ritorna comunque in Italia nel ’79 con Nocciolino, un brano che gli permette di partecipare ancora una volta al Festival di Sanremo.

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