L’ESIBIZIONE
Prima del Tavolo di Che tempo che fa, JP Cooper canta She’s On My Mind. Filippa ne elenca i successi, e lui, incredibilmente, si esibisce live. Fabio Volo si intromette: “Sì, io mi chiamo Fabio come il conduttore. In Italia ci chiamiamo tutti così”. Poi gli chiede del tatuaggio: “Possiamo vederlo?”. Lui lo mostra, ammettendo di averlo fatto per ‘omaggiare’, per così dire, la sua stessa canzone. A cosa deve la sua bravura? “Ho cantato per anni in un coro gospel. È stata la mia consacrazione”. Su Twitter, i fan sono in fibrillazione: “Trovatemelo in Italia un figo come JP Cooper”; “Ha una voce pazzesca”; “Ma c’è quel tatone di JP Cooper a #chetempochefa!”. [agg. di Rossella Pastore]
SHE’S ON MY MIND
Umile e sicuro di non voler diventare una star, JP Cooper (ospite a Che tempo che fa) ha raccontato in seguito al suo ultimo concerto milanese di come la sua musica abbia vissuto delle influenze importanti da diversi generi, fra blues, soul, indie rock e molti altri. Il successo per Cooper è arrivato solo dopo i 30 anni e dopo una gavetta che lo ha fatto allontanare dall’idea di voler vivere al di sotto dei riflettori. La sua She’s On My Mind è una fra le più ascoltate in Italia e che ha aperto la strada ad un successo inaspettato per l’artista britannico. JP Cooper sarà inoltre ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa all’interno della puntata di oggi. JP Cooper di certo non si aspettava nemmeno il successo ottenuto con la sua recente September Song, che ha già all’attivo tre dischi di platino e un miliardo di download in tutto il mondo. Un brano che gli ha permesso di attirare l’attenzione anche dell’Italia e con cui mette al centro un amore romantico, rivisitando il tutto l’anno successivo alla distribuzione e inserendo altri strumenti come una mini orchestra, uno xilofono e un pianoforte. Una nuova versione che richiama ancora di più la chiave nostalgica voluta dal cantautore per parlare di un amore adolescenziale visto tramite gli occhi di un adulto.
JP COOPER, LA GAVETTA PRIMA DEL SUCCESSO
JP Cooper si considera rivoluzionario se paragonato con altri artisti dello scenario internazionale. Il cantautore britannico crede infatti di essere fra i pochi a parlare della fragilità e vulnerabilità maschile e che proprio questa scelta sia stata la chiave del suo successo. La sua musica, ha rivelato a Billboard, sottolinea di continuo che gli uomini non amano parlare dei loro sentimenti. Cooper non si considera tra l’altro una star, anche se il successo ottenuto è davanti agli occhi di tutto il mondo. Forse proprio per quella gavetta durata tanti anni in cui si è cimentato più come barista che come cantante e che lo porta a vedersi ancora in quel ruolo. Per questo non ha mai pensato di essere una star, come ha sottolineato nella sua intervista. Il risultato del clamore ottenuto di contro lo ha portato a collaborare con Jason Blue, e che lo ha allontanato da quell’eccesso di poesia che caratterizzava i suoi lavori più giovanili.
GLI ESORDI
Nato nel 1983 con il nome di John Paul Cooper, il cantautore britannico ha iniziato a tutti gli effetti la sua carriera musicale solo nel recente 2012, quando ha pubblicato i suoi primi EP, partecipando poi nel singolo The Artist Inside di Don Diablo. Pubblica nel 2016 il singolo Five More Days, una featurette con Avelino, mentre partecipa a Perfect Stranger di Jonas Blue alcuni mesi più tardi. La canzone raggiunge in poco tempo la seconda posizione delle classifiche inglesi e si piazza fra le prime dieci nelle classifiche di altri otto Paesi, fra cui la Germania e la Svezia. Pubblica poi il singolo Party, all’interno del suo album d’esordio realizzato in studio, a cui segue il secondo singolo che lo porterà definitivamente alla gloria, September Song. Un successo a cui fa seguito il singolo Passport Home rilasciato lo scorso aprile e gli ultimi She’s on My Mind e Wait.