L’hashtag #TuSiQueVales conquista nuovamente il podio della serata. Tanti i commenti sul rinnovato ruolo di conduttori di Belén Rodríguez e Martin Castrogiovanni: “Lei è bellissima”. Anzi: “Lui è il migliore”, perché “Belén non sa nemmeno parlare”. La chiosa ideale è: “La diretta toglie un po’ di ritmo al programma, e poi quei due sono poco adatti”. Apprezzate le performance della scuderia Scotti: “Momento più alto della serata”; “Fanno sganasciare dalle risate”; “Non ho mai riso tanto in vita mia”. Tante le critiche nei confronti dei finalisti: “Che noia, nel dubbio passa sempre il cantante”; “Tre cantanti in finale no, non è giusto”; “Posso dire che la maggior parte non mi ha convinta? Sicuramente ce n’erano altri più meritevoli”. E ancora: “Anche in questo caso il televoto avrebbe premiato chi la giuria non ha fatto passare”; “Assurdo: il cantante che ha passato il turno ha dovuto rinnegare il proprio nome perché in giuria non se lo ricordavano più”. [agg. di Rossella Pastore]



PAGELLE TU SI QUE VALES 2017: LA SEMIFINALE NON CONVINCE

Si comincia dalla danza del cuore di Tanabay. Ancora girotondi, con i Novruzov Brothers, e infine capriole, con i True Tricks. No: non siamo al circo. E nemmeno all’asilo, se è per questo: è solo la semifinale di Tú sí que vales. Meno male che ci sono i Gemelli di Guidonia, qualcosina in più di un semplice fenomeno da baraccone. La domanda, comunque, è sempre valida: hanno davvero bisogno di una consacrazione, dopo gli esordi con Fiorello? I tre propongono una parodia de Il Volo. Ma definirla ‘parodia’ è riduttivo: è più una recensione. “Ve li immaginate, Gianluca, Ignazio e Piero da bambini?”. In effetti, li abbiamo conosciuti a Ti lascio una canzone. Ma qui si va oltre: “Ve li immaginate, da infanti?”. Poi improvvisano un medley di sigle da far invidia a Cristina D’Avena. Voto: 8. Prima incursione della scuderia Scotti. Antonio osa sfidare Giulio, il quale ha dalla sua Gianni Morandi. Giulio, a pelle, è un simpaticone. Ma tutta l’allegrezza del momento svanisce appena inizia a cantare: il vecchietto fa sul serio. Domanda opportuna da parte della De Filippi: “Si vota per il migliore o per il peggiore?”. Voto: 4.



Il mimo Michele e il ballerino Vincenzo fanno del loro meglio (peggio), e alla fine è Vincenzo ad avere la meglio (peggio). Il Mimo, nota la giuria, è diverso dall’ultima volta. Ma no, non è cambiato, si è cambiato. Questa sera indossa una calzamaglia color oro che è motivo di ilarità generale. Subito l’enfant prodige Miro Rillo. “Credete in voi stessi”, dice. Grazie, caro Miro. Te ne suggeriamo una noi: il nuoto è uno sport completo. E poi non ci sono più le mezze stagioni. Si prosegue con gli attempati che non vanno a tempo. È una teoria interessante: a una certa età non si va più d’accordo con orologi, calendari e… metronomi. La prima sfida vede protagonisti Little Tony ed Elvis Presley… o quello che ne resta. Perché attentare alla memoria di due grandi del (tra)passato? Voto: 2. Alla voce talento, tra gli esempi pratici, compare senza dubbio il nome dei Berywam. Non solo beatboxer, ma veri e propri intrattenitori, il che non è affatto scontato. Decisamente più tradizionale il numero di Massimo Contati, classico illusionista logorroico e inconcludente. Simpatico sì, ma quasi fatichiamo a stargli dietro. Voto: 5.

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