Renzo Arbore è una vera e propria colonna della televisione italiana, uno dei primi responsabili del nonsense tutto partiicolare che contribuì alle sue fortune e a quelle di Nino Frassica negli anni Ottanta. Ma definire Renzo Arbore unicamente alla televisione sarebbe certamente riduttivo per un talento come il suo che si è spesso aperto ai generi più disparati, dalla radio degli esordi alla musica soprattutto. Ma oltre al suo innegabile talento per le arti, Renzo Arbore è passato alla storia anche per il legame, controverso eppure sentitissimo, con l’attice Mariangela Melato. Il dolore per la sua perdita non si è ancora placato per Arbore che su La Repubblica ha parlato di come la grande attrice di teatro e televisione italiana gli manchi: “Purtroppo devo ammettere di essere entrato nella fase drammatica della mia esistenza. Quel che più mi addolora giorno dopo giorno è la perdita di Mariangela Melato, con cui avevamo riallacciato un rapporto amoroso strettissimo, quasi fanciullesco. Mi ha insegnato molto e adesso mi sento perso senza di lei. E’ stata molto importante per me.”
TRA TOTO’ ED EDUARDO
Una delle passioni di Renzo Arbore è sempre stata quella per il famosissimo attore napoletano Antonio De Curtis, in arte Totò. Per rendersene conto basta vedere quanti mezzibusti del grande attore napoletano sono presenti in casa sua, una vera enormità. Una passione, quella per Totò, che è stata rivalutata dalla critica nel corso degli anni, come afferma lo stesso Renzo Arbore: “In realtà quando Totò era in vita gran parte della critica napoltana di sinistra era contraria alla sua comicità. Fondamentalmente era contraria perché era molto snob e invece Totò alla gente piaceva, eccome. Poi, però, a distanza di anni, quella stessa sinistra che tanto lo criticava decise di riappropriarsene abusivamente.” Alto fiore all’occhiello di Napoli erano, ovviamente, i fratelli De Filippo, Eduardo e Peppino, anch’essi altamente stimati da Arbore. “Eduardo era famoso per trattare male le sue attrici di teatro ma professionalmente era tra i più grandi artisti di Napoli, certamente. Al cinema forse andava meglio Peppino, ma a teatro Eduardo era imbattibile.” Una Napoli viva, quella di quegli anni, che Arbore racconta in maniera serena e distaccata.
L’AMICIZIA CON BONCOMPAGNI E GLI STUDI
Uno dei sodalizi più importanti del mondo dello spettacolo italiano è stato quello tra Gianni Boncompagni e lo stesso Renzo Arbore, due personalità diverse ma comunque estremamente compatibili. Racconta Arbore su La Repubblica: “Eravamo completamente diversi, io e Gianni. Lui era un toscanaccio, proveniva d Arezzo, e io di Foggia. Lui era spigliato e billante mentre io, invece, timidissimo, eppure andavamo perfettamente d’accordo. Quando lo incontrai per la prima volta mi disse che era reduce da un’esperienza meravigliosa in Svezia. Immaginatemi ascoltare una cosa del genere: io, uomo del sud. Per me la Svezia era il massimo della trasgressione possibile.” Pochi sanno, inoltre, che il più famoso clarinettista d’Italia è laureato in Giurisprudenza. “Ci misi sette anni per laurearmi e alla fine lo feci a Napoli, alla Federico II. Però non ho mai avuto la minima intenzione di fare l’avvocato, al massimo mi sarebbe piaciuto fare il magistrato. Una volta lo feci, ma ero in televisione assieme a Lino Banfi, indossavo una toga bellissima. Mi sarebbe piaciuto farlo sul serio.”