Sulla misteriosa morte di Attilio Manca è stato scritto anche un libro. Si chiama “Suicidio di mafia. La strana morte di Attilio Manca” ed è stato realizzato dal giornalista e scrittore Luciano Mirone. La vicenda è stata analizzata sotto l’aspetto medico legale e criminologico. Tutto comincia con la scoperta del cadavere del giovane urologo di Barcellona Pozzo di Gotto, scomparso il 12 febbraio 2004 nella sua casa di Viterbo. “Mi auguro che la verità sulla storia di Attilio Manca venga fuori, ma intanto non si può restare indifferenti davanti ad una vicenda simile”, ha dichiarato, come riportato da vocidicitta.it, l’autore del libro in occasione della presentazione all’Accademia di Belle Arti di Catania. A distanza di tredici anni dalla morte di Attilio Manca restano troppe domande senza risposta: perché l’ex presidente della commissione antimafia europea Sonia Alfano non è stata mai ascoltata dai giudici? Eppure dichiarò di essere sicura che si tratti di un omicidio, e che dietro questa morte ci sia l’operazione di cancro alla prostata a cui nel 2003 venne sottoposto Bernardo Provenzano, boss cortonese in quel periodo latitante. “L’autopsia eseguita sul corpo – ha dichiarato il medico legale Cataldo Raffino – presenta troppe imprecisioni e incongruenze ed è davvero assurdo che la famiglia non abbia avuto la possibilità di chiedere il parere di un proprio tecnico”. (agg. di Silvana Palazzo)
L’UROLOGO DI PROVENZANO E LA RICERCA DI VERITÀ DELLA FAMIGLIA
La misteriosa morte di Attilio Manca sarà l’oggetto del servizio di Gaetano Pecoraro nella puntata de Le Iene in onda questa sera 5 dicembre 2017. Il noto urologo italiano, nato a San Donà di Piave nel 1969, fu trovato morto nella sua casa di Viterbo il 12 febbraio 2004 con due fori nel polso sinistro e una siringa con eroina sul pavimento. Secondo l’inchiesta fatta subito dopo il ritrovamento del cadavere si sarebbe trattato di un suicidio, una ricostruzione che i familiari di Manca non ritengono corretta, convinti che l’urologo sia stato una vittima di mafia. Monica Mileti, la donna accusato di aver ceduto la dose di eroina al medico, è stata condannata a cinque anni e quattro mesi di reclusione come sottolineato da Repubblica, ma i parenti di Attilio Manca si tratterebbe di un omicidio, poiché avrebbe operato il capo di Cosa Nostra Bernardo Provenzano nel periodo della sua latitanza. Per questo motivo, i vertici mafiosi avrebbe ordinato l’uccisione del noto urologo.
LA MISTERIOSA MORTE DI ATTILIO MANCA (LE IENE SHOW)
La Iena Gaetano Pecoraro si occuperà del caso dell’urologo di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina): i risultati dell’autopsia non lasciarono spazi a dubbi, con la causa della morte riconducibile a un’overdose di eroina, alcol e tranquillanti. La Procura di Viterbo ha in più occasioni richiesto di archiviare il caso come suicidio, ma la sua famiglia continua a non credere a questa ipotesi: pensa che dietro la morte del medico ci possa essere la mano della mafia. Tra le principali tesi della famiglia, l’urologo era mancino e dunque se fosse stato lui a iniettarsi il mix letale, non si sarebbe iniettato la droga nel polso sinistro ma in quello destro. Per questo e per altri motivi i genitori del medico non si arrendono e continuano a lottare per fare capire che il suo caso non doveva andare disperso, bensì che venissero proseguite le indagini: un’archiviazione totalmente sbagliata, secondo le tesi dei parenti, con Attilio Manca ucciso per coprire un intervento subito da Bernardo Provenza a Marsiglia, nel 2003. Secondo la ricostruzione dei genitori, Attilio Manca sarebbe stato contattato dalla mafia di Barcello Pozzo di Gotto per unirsi all’equipe di Philippe Barnaud e dagli specialisti Breton e Bonin nell’operazione alla prostata necessaria al membro di Cosa Nostra.