L’INTERVISTA DI PANARIELLO A “DOPPIO BINARIO”

Il successo, ma anche le critiche per essere ritenuto troppo nazional-popolare; i record di ascolto ma anche la delusione della nonna che proprio non ce lo vedeva nel mondo con lo spettacolo; il rapporto con la politica e anche un certo distacco, tipico di chi per mestiere prova a far ridere. È un Giorgio Panariello a tratti inedito quello che si racconta nella rubrica Doppio Binario del Corriere della Sera e affronta gli argomenti più disparati, partendo proprio dagli ottimi riscontri che i suoi programmi hanno ottenuto sul piccolo schermo, pur non soddisfacendo mai pienamente la critica televisiva: “Non sono uno che fa finta di niente” confessa il 57enne originario di Firenze, riferendosi alle alzate di sopracciglio che alcuni suoi show hanno suscitato e a una vecchia copertina dell’Espresso che lo etichettava come “Tv deficiente”. “Con Torno Sabato su Rai 1 ho spesso battuto il Bagaglino sulle reti Mediaset” ci tiene a precisare, evidenziando anche le differenze tra i programmi fatti da lui e quelli della concorrenza anche se non rinuncia a una stilettata: “E invece a chi sono arrivate le critiche?”.



LA SUA IDEA SULLE FAKE NEWS E GLI HATERS

Durante la lunga chiacchierata che Giorgio Panariello ha concesso al Corriere della Sera, c’è tempo anche per parlare del suo prossimo impegno in Rai, ovvero lo show natalizio Panariello sotto l’Albero: “Di solito porto in scena i miei personaggi, ma stavolta sarò un novello Dante che ha perso la retta via nella selva oscura di Internet, tra social network e fake news” scherza. E, a tal proposito, dice la sua sull’allarme-bufale lanciato da Matteo Renzi in vista delle elezioni: “Oramai siamo bombardati tutti i giorni, non si capisce più chi è attendibile e chi no” lamenta il comico che spiega di informarsi seguendo la programmazione di SkyTg24 più che attraverso i quotidiani. Per quanto riguarda i summenzionati social, “li frequento ma ci sto poco” spiega Panariello che ammette anche lui di avere una sua schiera di haters: “Mi hanno scritto cattiverie incredibili anche quando è morto mio fratello, ma io li ho retwittati per far sapere che questi posti sono frequentati anche da persone incivili” si sfoga.



IL RAPPORTO CON RENZI E QUELL’INCONTRO CON D’ALEMA

Uno dei passaggi più interessanti dell’intervista per la rubrica Doppio Binario è comunque quello in cui Giorgio Panariello rievoca i suoi esordi come imitatore: erano i primi anni Novanta e la fortunata imitazione di Renato Zero gli schiuse le porte dello showbiz. “Io però non mi sono mai sentito imitatore. Ho avuto la fortuna di incontrare Carlo Conti che ha scommesso sui miei personaggi…” dice il comico che, inoltre, ricorda pure la diffidenza iniziale di alcuni personaggi VIP (lo stesso cantautore romano e anche Flavio Briatore) prima di un chiarimento coi diretti interessati. Infine, in chiusura c’è un accenno a una toscanizzazione a cui lo stesso Panariello fa riferimento (“Bastava essere toscani per ottenere la direzione di un set!”) e il conduttore mette i puntini sulle “i”: “Io non ho mai chiesto nulla a Renzi e lui non mi ha mai inviato alla Leopolda”. La sua passione politica, cominciata tanti anni fa con la militanza per Lotta Continua, è stata spesso presa a pretesto per attaccarlo, spiega Panariello che poi, imbeccato dal giornalista, rivela un curioso episodio: “Uno dello staff di D’Alema mi fece convocare nella sede dei DS e lui stesso mi chiede ‘Ma come fai a essere così popolare?’, dato che voleva scoprire da lui come si fa a risultare simpatici alle masse” rivela il 57enne che chiude con una battuta: “Se D’Alema avesse seguito i miei consigli fondendosi con Panariello, un Matteo Renzi sarebbe nato prima…”.

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