La grande regista Lina Wertmüller si è raccontata in una intervista per il numero di oggi di Repubblica: 89 anni (90 il prossimo agosto) e non sentirli ed una vita trascorsa insieme all’artista Enrico Job, il marito scomparso nel 2008. Per anni è circolata una battuta secondo la quale “per sposare Lina ci vuole la pazienza di Job”, ma oggi è la stessa Wertmüller a confermare e rilanciare: “Io ero una grande rompiscatole, ma anche Enrico lo era”. Il loro è stato un grande amore, un “colpo di fulmine” ma soprattutto “un regalo della vita. O un regalo di Dio, per chi ci crede”. A tal proposito lei non si sbilancia, “sono piena di dubbi”, taglia corto. Era il 1965 quando tutto ebbe inizio. Entrambi già famosi ma non all’apice del loro successo, lui più piccolo di 5 anni. La stessa sera in cui si incontrarono, invitati da un amico comune, Lina ebbe subito la sensazione di aver fatto l’incontro della sua vita, “con quella magica certezza che fosse per sempre. E’ un mistero, l’amore”. Nonostante Job fosse bellissimo, Lina ammette di non aver mai subito il fascino della sua bellezza. A colpirla fu soprattutto l’anima, nella quale la donna riuscì ad intravedere anche sfumature di dolore. “Aveva lasciato il mondo dell’arte per ragioni drammatiche e profonde”, rivela. Oggi non sa se è riuscita a sciogliere quei nodi, ma di una cosa è certa: “Ci siamo amati molto”. A lui il merito di esserle stato amico e di averle regalato emozioni e piacere.



LINA WERTMÜLLER, JOB E GLI ANNI DI FELLINI E MASINA

Nonostante venisse considerata tutt’altro che una sentimentale, Lina Wertmüller aveva – e continua ad avere ancora oggi – un animo passionale. Dalla sua penna nacque la celebre e bellissima “Mi sei scoppiato dentro il cuore”, successo di Mina e che la stessa Lina dedicò al suo Job. Un pezzo di storia musicale italiana che fu scritta lo stesso anno in cui la regista conobbe Enrico, mentre lavorava come autrice a Studio uno, colta da un lampo di genio e passionalità. In ogni sua parola c’è sempre un pezzo di Job e così mentre parla dei suoi film e di come abbiano spesso raccontato l’amore in modo grottesco, lei commenta: “Grottesco era anche lo sguardo di Job che ha rivoluzionato le scene teatrali e cinematografiche. Era il nostro modo di raccontare la realtà, deformandola”. La loro fu anche una grande intesa professionale e ciascuno era interessato al lavoro dell’altro. Oggi però Lina è scossa da un rimorso, quello di “averlo sottratto alle arti più nobili per il cinema”. Grazie ad Enrico la vita della Wertmüller cambiò radicalmente. Furono gli anni in cui frequentava Fellini e la Masina ma anche Woody Allen. Poi, quando sia lei che Job erano ormai grandi, arrivò la loro figlia, Maria Zulima, figlia nata dal concepimento di Job con un’altra donna anche se la vicenda è sempre stata avvolta dal massimo riserbo. “E’ arrivata, sì. Succede alle coppie che si vogliono bene”, spiega. Oggi ha 26 anni ma la incontra quotidianamente, anche solo per un bacio. Enrico, invece, continua a mancarle in modo incredibile dandole una amara verità: “Il tempo non può fare niente. Può solo permetterti di capire che hai davanti un abisso”.

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