Ermal Meta si esibisce con la sua ‘Vietato Morire’ nella quarta serata del Festival di Sanremo 2017. Il cantante albanese quest’anno è entrato nei big, mentre nella precedente edizione figurava tra le nuove proposte. L’artista, in una recente intervista, ha spiegato come è nato il suo brano: “La mia è una canzone che nasce da esigenza di raccontare un percorso concluso vittoriosamente. Un’esperienza personale. Avevo necessità di buttare fuori su carta ed in musica un’esperienza. La mia esigenza era di esprimere concetto importante, disobbedire a qualsiasi forma di sopruso”. Vietato Morire, inevitabilmente, avrà anche il suo video ufficiale:  “Nel video possiamo vedere le cicatrici che scompaiono piano piano che arrivano le persone. Questo perchè ciò che fa più male è la solitudine, non solo quella fisica. A volte la mancanza di comunicazione, di non raccontare qualcosa che hai dentro”.



Ermal Meta ha commosso tutti ieri sera al Festival di Sanremo 2017 con la cover di Modugno, ‘Amata terra mia’, e si è aggiudicato il ‘Premio cover di Sanremo 2017’. Un tributo toccante ed emozionante, Ermal Meta è diventato famoso per aver dato parole e musiche a tanti artisti come Marco Mengoni, Francesco Renga, Emma Marrone, Annalisa Scarrone, Chiara Galiazzo, Patty Pravo, Clementino, Francesco Sarcina e Lorenzo Fragola. Nel 2016 si è aggiudicato il terzo posto nella categoria Nuove Proposte con il brano ‘Odio le favole’ ed ora l’inedito ‘Vietato morire’ è uno dei più mandati in radio in questi giorni del Festival di Sanremo. Testo toccante, il tema sulla violenza delle donne è davvero molto attuale ed il fatto che lui abbia passato un momento particolare con la madre, quando era piccolo, accresce la voglia di saperne di più di questo cantautore. Boom di ascolti per la terza serata del Festival di Sanremo, 50% di share, miglior media dal 2011.



Ermal Meta è la vera sorpresa della prima serata dedicata ai big in gara. A dir la verità non si tratta di una sorpresa nel panorama musicale italiano, dato che la firma del cantautore appare su molti pezzi di altri colleghi e colleghe che calcano proprio il palco dell’Ariston. Il pezzo presentato si intitola “Vietato morire” e narra una storia difficile da raccontare, ovvero la violenza familiare. L’artista è un ragazzo albanese naturalizzato italiano, che ha un vissuto alle spalle notevolmente complesso. Ai giornalisti a detto di aver aspettato molti anni prima di scrivere una canzone sul padre e sulle figure negative della sua vita. Poi è arrivata “Lettera a mio padre”, una canzone forte, che parla di segni sulla pelle e di pugni ricevuti. Sulla falsariga di quel successo Ermal Meta si esibisce con “Vietato morire”, un brano che ha fatto breccia sia nel pubblico che nella critica, soprattutto tra gli addetti ai lavori. È un segnale importante che Sanremo sia un luogo dove vengono rappresentati, raccontati e descritti anche i momenti maggiormente complicati da portare all’attenzione della platea. Gli spettatori hanno applaudito, a conferma che il significato di un brano così impegnato è stato colto fino in profondità. 



Per quanto riguarda la performance canora in senso stretto, Ermal Meta ha eseguito il brano “Vietato morire” in maniera eccellente, senza tentennamenti dovuti alla tensione e soprattutto con un’energia e una determinazione unica. La voce di Ermal Meta è coinvolgente e pulita, riesce a conciliare la canzone d’autore con l’atmosfera sanremese in un modo impeccabile. Il pubblico è stato attento alle parole, alla musica e all’esibizione, apprezzando questa proposta eccellente. Ermal Meta è riuscito non soltanto a farsi ascoltare ma è stato seriamente compreso, in un contesto questi temi vanno affrontati con crescente efficacia, alla luce delle tristi vicende che si ricorrono nella cronaca del paese. “Vietato morire” non è una banale canzone contro la violenza: è molto di più. La frase con cui Ermal Meta descrive la reazione che bisogna avere conferma che c’è una speranza da mantenere sempre viva, cioè che l’amore che diamo alla fine ci viene restituito. L’affermazione fa da controcanto alla prima strofa, dove invece si dice che un uomo non è mai superiore all’amore che riesce a dare. 

Ermal Meta, secondo alcuni osservatori, potrebbe addirittura ambire alla vittoria finale. È vero, Fiorella Mannoia sembra più favorita sia dalle aspettative che da un brano più sanremese, fermo restando che si tratta di un pezzo ugualmente da considerare d’autore. Però i testi più difficili emergono ancora di più dopo le successive riproposizioni. “Vietato morire” è una canzone che se non viene ascoltata attentamente non si riesce ad apprezzarla fino in fondo. Non sarebbe da stupirsi se proprio nella seconda serata dedicata alle canzoni dei big il pezzo di Ermal Meta diventasse davvero il favorito per la vittoria finale. Di certo ha tutti gli ingredienti per la critica, per ritornare a casa con il riconoscimento al miglior testo. C’è un’altra cosa sicura, cioè che questa canzone insegna alle nuove generazioni come bisogna fare per fuggire dalla violenza domestica. La chiave può sembrare strana ma letta nel modo corretto è veramente l’unica: disobbedire. I violenti sono persone che impartiscono ordini assurdi. A questi ordini bisogna ribellarsi, proprio perché fuori c’è un mondo intero da scoprire. Quei problemi che sembrano giganteschi e insormontabili, tutto in un colpo diventano piccoli e superabili. Ermal Meta non poteva dircelo meglio che con questa stupenda canzone.