Sono passati molti anni ma proprio su quello stesso palcoscenico del Teatro Ariston Marco Masini il Festival di Sanremo lo ha già vinto. Il cantante toscano sa dunque cosa vuol dire partecipare alla kermesse della musica italiana, anche se nelle ultime uscite non è riuscito ad ottenere grandissimi risultati. Dopo essere stato sul podio, terzo, delle cover con ”Signor Tenente” di Giorgio Faletti vuole provare a ripetersi con il suo brano ”Spostato di un secondo”. Sicuramente ci troviamo di fronte a un cantante molto esperto e dotato di grandissima intelligenza oltre che di una voce incredibile. Il pubblico adora Marco Masini, ma difficilmente lo vedremo vincere. Anche se i favoriti sono altri Marco Masini vuole provare a togliersi qualche soddisfazione, sperando magari in un bel piazzamento.

Sarà in gara nella finale del Festival di Sanremo 2017, con la canzone “Spostato di un secondo”, che dà anche il titolo al suo nuovo album, uscito ieri. A sei anni dall’ultimo inedito in studio, “Spostato di un secondo” commuove e colpisce l’obiettivo, quello di restituire un Masini ritrovato, aiutato nella scrittura da Zibba e agli arrangiamenti innovativi dall’onnipresente Diego Calvetti. Anche nel look e nello sguardo, Marco Masini dà l’impressione di essere sereno e sicuro di quello che sta facendo, perché il suo progetto è solido e si sente fin dalla prima nota emessa. Come sulla copertina dell’album che dà il titolo al singolo omonimo, Masini ha optato per mise eleganti, aderenti al suo vestiario classico, ma per certi versi piuttosto differenti dalla sciarpone con cui era solito fasciarsi. L’abito granata luccicante e la giacca con camicia bianca e cravattino, sottolineano la sua figura dimagrita, dominata da una barba più folta e degli occhiali a montatura nera spessa.

Tra i 16 campioni che si disputeranno la vittoria nella finale del Festival di Sanremo 2017 ci sarà anche Marco Masinicon la sua “Spostato di un secondo”, dedicata alla madre scomparsa nel 1984. Nel brano c’è tutto il rimpianto di non aver potuto vedere un’ultima la donna prima che un tumore la portasse via, 33 anni fa. Masini all’epoca era in servizio militare e stava per rientrare a casa a darle l’ultimo saluto, ma per poche ore non fece in tempo e lui rimase col rammarico di non aver dato retta all’istinto ed essere corso al suo capezzale prima. Nella carica emotiva con cui Masini impreziosisce l’arrangiamento delicato e le parole struggenti, rientra tutto il bene di un figlio la cui passione per la musica è stata trasmessa proprio dalla madre.

Il pianoforte in casa, su cui le dita di Anna Maria scorrevano, erano per Marco bambino un dolce conforto nei primi anni di ansie e irrequietezze dell’adolescenza. Questo amore che sorpassa ogni confine di tempo e spazio per arrivare a oggi immutato, è reso efficacemente in una performance asciutta, elettronica e moderna, ma con un respiro ampio e melodia avvolgente, liberata con grande mestiere da un Masini in stato di grazia. Da pilastro cantautorale degli anni ’90 a oggi, si apre una nuova fase per il cantautore fiorentino. Torna a un album di inediti dopo un periodo dominato da ristampe, raccolte e cronologie dei suoi album passati. La costruzione di “Spostato di un secondo”, riporta sul palco un autore maturo e onesto, in pace con gli anni dolorosi e mai dimenticati, quando il music business l’aveva respinto per via della nomea che come cantante portasse sfortuna. Mia Martini, anch’essa vittima di queste calunnie, si era tolta la vita soffocata dalle pressioni mediatiche. Marco Masini poteva fare la stessa fine, ci sono stati momenti di buio, ma così non è stato e la performance sul palco dell’Ariston lo dimostra.

Mentre canta (clicca qui per il video dell’esibizione di ieri), con voce potente e trasporto sincero, emerge tutta la sua felicità per essere lì di nuovo su quel palco. Tranquillo e intenso, anche nelle note più difficili, senza una sbavatura, nonostante l’impasto vocale arrochito ogni tanto prenda il sopravvento e rischi di compromettere l’intera performance sporcando la melodia. Marco Masini ne è conscio e parla di questo problema nella canzone coi versi “io che con la nicotina non ho fatto pace / vorrei tornare lì per non provare nemmeno / vedere da grande come diventa una voce / se non la vizi con trent’anni di veleno”. Tutto funziona e il cantautore ne guadagna in classe e applausi a scena aperta.