Beppe Vessicchio, il maestro dice la sua: l’inaspettata critica ai talent e alle nuove promesse della musica italiana – Nonostante sia stato uno dei protagonisti delle scorse edizioni di Amici di Maria De Filippi, le parole di Beppe Vessichio sui cantanti che fuoriescono dai talent non sono proprio positive. Intervistato dal settimanale Gente, il noto maestro ha infatti dichiarato: “Oggi i talenti soffrono di un’omologazione che impedisce loro di esprimersi in modo originale. Il mercato è complice: troppo spesso i primi 15 posti in classifica si somigliano per stile melodico e realizzazione. – dichiara Beppe Vessichhio, che aggiunge – Delle canzoni uscite dai talent non me ne piace nessuna. Le migliori riguardano Mengoni, la Amoroso e Noemi. Dobbiamo tornare indietro di almeno otto anni”. Dichiarazioni abbastanza singolari se si pensa che, finora, il maestro Vessicchio ha sempre guardato con occhi critico ma sempre benevolo gli artisti formatisi in un talent show.
Beppe Vessicchio e Vince Tempera attaccano i talent e i coach: dove sono i talenti di una volta? – Stando alle dichiarazioni del maestro Beppe Vessicchio, se nei primi tempi talent come Amici di Maria De Filippi e X Factor hanno assicurato veri talenti al mondo della musica, oggi, complice soprattutto il mercato discografico, la situazione è notevolmente cambiata, creando tra gli artisti una sorta di omologazione. Manca quel “quid” in più che renda un artista speciale in un mercato saturo di giovani promesse per la musica italiana e non. Della stessa idea è il suo collega Vince Tempera che, all’Avvenire, dichiara: interpellato dall’Avvenire, commenta: “E’ il caso di dirlo, amen, e di mettersi il cuore in pace perché con questo sistema i ragazzi che futuro avranno? Che fine ha fatto dopo dodici mesi la Francesca Michielin? – e conclude – Non è per fare il disfattista, io lavoro tutti i giorni con i giovani, ma siamo onesti: questi dei talent cantano tutti alla stessa maniera, anche perché i vocal coach sono sempre gli stessi e spesso si tratta di cantanti con scarsa storia, inaciditi dal loro insuccesso personale“.