Gabriele Gatti, concorrente di MasterChef Italia 6, oggi 16 febbraio, è il concorrente su cui nessuno avrebbe scommesso e che nessuno avrebbe immaginato sarebbe arrivato addirittura tra i primi otto. Dire che Gabriele Gatti abbia dovuto sudare le proverbiali sette camicie, per poter rimanere in gara a MasterChef Italia 6, sarebbe piuttosto riduttivo. La verità, infatti, è che l’architetto torinese ha dovuto affrontare una vera e propria impresa titanica, al termine della quale era stremato. Ma procediamo con ordine. La puntata di settimana scorsa di MasterChef si è aperta col verdetto dei giudici che, al pressure test precedente, avevano deciso di posticipare la scelta di chi mandare a casa. A rischio eliminazione c’erano proprio Gabriele e Roberto, i peggiori della prova che si era svolta a bordo di un catamarano a Napoli. Ad avere la peggio, alla fine, contrariamente ai pronostici, è stato il simpatico romagnolo Roberto, che ha lasciato la cucina tra le lacrime di tutti i suoi compagni di squadra. Il torinese invece ha affrontato la Mistery Box col magone, quasi sentendosi colpevole dell’eliminazione dell’amico Roberto. Il suo piatto non è finito tra i tre i migliori. Ma non sapeva, ancora, che l’Invention test avrebbe messo a dura prova i suoi nervi. Nella prova a staffetta si è ritrovato a lavorare in coppia con Mariangela, la concorrente risaputamente più confusionaria e meno preparata del cooking show. I due hanno dovuto preparare il timballo del Gattopardo, un piatto tipico della tradizione sicula. Una ricetta ostica e molto elaborata che ha subito seminato il panico in cucina. Gabriele, in cuor suo, sapeva già che sarebbe andata male. E non si sbagliava, perché Mariangela, ai fornelli, ha commesso degli errori irreparabili. Lavorare troppo la frolla che avrebbe fatto da cestino alla farcia, ad esempio, pratica altamente sconsigliata quando si ha a che fare con un impasto così burroso. L’ha maneggiata al punto tale che, al momento di sfornarlo, il timballo si è irrimediabilmente rotto in mille pezzi. L’interno, comunque, non era fatto meglio. Gli ingredienti sembravano essere stati gettati dentro alla rinfusa, dimenticando quanto fosse importante, in questa preparazione, la stratificazione. I giudici non hanno avuto dubbi: il piatto peggiore era proprio quello di Gabriele e di Mariangela. Il torinese s’è salvato per il rotto della cuffia, perché Cracco e gli altri si erano accorti che tutti gli errori erano stati commessi dall’avvocato di Matera. È stato mandato, però, direttamente al Pressure test, senza neanche avere la possibilità di prender parte alla prova in esterna. Dopo la trasferta a Milano, dove i suoi compagni d’avventura hanno cucinato un menu vegano per gli ospiti del centro culturale Shaolin, Gabriele ha dovuto affrontare quattro, temibili, avversari in altrettante mini-prove: Gloria, Giulia, Valerio e Michele Pirozzi. Si è battuto a suon di mozzarelle in carrozza, sarde al Beccafico e zabaione, senza mai vincere. Si è salvato solo alla fine, beccando le tre cotture del filetto di manzo richieste dai giudici. Inaspettatamente è uscita Giulia, che sembrava una delle concorrenti più preparate e, in quanto tale, destinata ad arrivare in finale.



Dopo aver toppato così tante prove, inclusa quella, semplicissima, della mozzarella in carrozza, è lecito pensare che Gabriele Gatti si ritrovi nella top 8 della sesta edizione di MasterChef Italia solo ed esclusivamente per una questione di fortuna. Non ha dimostrato, in effetti, di essere poi così bravo. Non quanto gli altri concorrenti ancora in gara, almeno. Eppure, i giudici trovano sempre una buona ragione per salvarlo, come se volessero premiare la sua caparbietà e la capacità, evidente, di non gettare la spugna fino all’ultimo secondo. Gabriele Gatti è ormai, a tutti gli effetti, uno dei concorrenti più deboli rimasti in gara. Nelle prossime puntate dovrà vedersela con quelli che sono i titani di questa sesta edizione, gente che ha molta più dimestichezza di lui ai fornelli. Non basterà la buona sorte, quindi, al momento di scontrarsi con Valerio, Cristina, Gloria, Michele Pirozzi o Margherita. Occorreranno, semmai, tanta concentrazione e self-control. Caratteristiche che, purtroppo, non sembrano appartenergli. È assai probabile, di conseguenza, che il momento del suo “addio” si avvicini giorno dopo giorno.

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