Valerio Braschi è il giovanissimo concorrente di MasterChef italia 6, che ritorna su Sky Uno, questa sera, 16 febbraio: giovane ma molto talentuoso. È facile che un ragazzino di diciott’anni si monti la testa. Soprattutto se si rende conto di essere il papabile vincitore del titolo di sesto MasterChef. Ed è proprio quello che è accaduto a Valerio Braschi, che nonostante la sua giovane età ha già ampiamente dimostrato di avere la stoffa del campione. La sua troppa sicurezza, però, nel corso dell’ultima puntata, è stata oggetto di una bella strigliata da parte dello chef Carlo Cracco, che ha ben pensato di dare una lezioncina d’umiltà al romagnolo invitandolo ad usare la testa e non solo l’istinto. La Mistery Box, stavolta, è stata più insidiosa del solito: al suo interno c’erano ingredienti che avevano poco a che fare l’uno con l’altro, ragion per cui i giudici l’hanno proposta in versione poker dando la possibilità ai concorrenti di cambiarne cinque. Rigorosamente al buio, senza sapere cos’avrebbero trovato sotto le scatoline di legno poste sui loro banconi. A Valerio è andata male. Optando per il cambio ha ulteriormente peggiorato la situazione. Ma non s’è dato per vinto, quello mai. Però, a differenza delle altre volte, il suo piatto non è finito tra i migliori tre. È andato decisamente meglio il Pressure test, dove i cuochi amatoriali della sesta edizione di Masterchef hanno dovuto cucinare in coppia, a staffetta, una ricetta siciliana molto elaborata: il timballo del Gattopardo, citato nel celebre romanzo di Tomasi di Lampedusa. Gli abbinamenti sono stati fatti da Gloria che, avendo vinto la mistery box, ha avuto diritto a questo vantaggio. Valerio è capitato con l’amico Michele Ghedini, altro concorrente giovanissimo. I due, sebbene Gloria avesse intenzione di far loro lo sgambetto, puntando sulla loro immaturità, hanno lavorato egregiamente. Il loro timballo era gustoso e ben eseguito. Non il migliore, ma eccellente dal punto di vista della stratificazione degli ingredienti e della cottura. La coppia vincitrice è stata quella formata da Cristina e Michele che, aggiudicandosi la prova, sono stati automaticamente decretati capitani delle due brigate nella prova esterna. I concorrenti hanno dovuto cucinare dei piatti vegani al centro culturale Shaolin di Milano. Valerio, stavolta, ha lavorato al fianco di Michele Pirozzi, Gloria e Giulia. La partita s’è giocata tutta sul dessert: quello della squadra avversaria è stato giudicato migliore di quello dei rossi, ragion per cui il diciottenne è stato costretto ad affrontare il Pressure test. La sfida era contro Gabriele, risultato il peggiore della prova precedente. I due si sono sfidati a suon di sarde al Beccafico, e non c’è stata storia, nonostante l’architetto di Torino avesse dichiarato di sapere bene come prepararle. Valerio s’è salvato in quattro e quattr’otto e si è subito fiondato in balconata.
Cracco ha ragione: Valerio Braschi deve darsi una regolata. Che là dentro sia uno dei più bravi, se non il migliore, è fuor di dubbio, ma è vero anche che montarsi la testa, in un cooking show come MasterChef, potrebbe risultare compromettente, soprattutto a diciott’anni. Il romagnolo, ormai è chiaro, la cucina ce l’ha nel sangue, per cui non deve far altro che mettere in pratica tutto quello che già sa e perseguire il suo obiettivo senza darsi troppe arie, restando sempre concentrato. Valerio, inutile girarci attorno, arriverà quasi certamente in finale. L’inventiva e la determinazione sono il valore aggiunto dei suoi piatti innovativi e ben strutturati che, in un modo o nell’altro, riescono sempre a stupire i quattro giudici e i suoi avversari. Ci si aspetta, quindi, che nella prossima puntata faccia come ha sempre fatto, cucinando egregiamente e dando prova di come l’età, quando si ha un’attitudine così spiccata, non è certo un problema.