I ragazzi del Bambino Gesù: anticipazioni e diretta, video: sorrisi, lacrime e tanto coraggio – Il viaggio continua all’interno del mondo di Simone un bimbo piccolissimo colpito dalla leucemia. La sua forza vitale ci insegna davvero molto all’interno di un mondo che ai più è sconosciuto, ma che scuote milioni di famiglie ogni anno. Il dolore che può provare una famiglia con un bambino malato è sicuramente qualcosa difficile da spiegare anche perchè ai bimbi si associa sempre il gioco, i sorrisi e la scuola non di certo la sofferenza e gli ospedali. Klizia invece sta cercando di recuperare per tornare come era prima della malattia quando era una nuotatrice. Nel viaggio organizzato insieme agli altri ragazzi colpiti da simili esperienze ha ritrovato il mare anche se si è stancata presto. Non riesce a sopportare il fatto di dover ritrovare le forze. Viviamo insieme a Roberto i momenti del suo trapianto di midollo e la paura di questo giovane ragazzo ad affrontare qualcosa che sicuramente è più grande di lui e che non è facile da affrontare. Rai Tre ci mostra poi le anticipazioni con la prossima puntata e si chiude così una serata piean di emozioni.



Il viaggio di Klizia – Roberto racconta come i suoi genitori sono stati vicini a lui lungo la malattia nonostante siano da anni separati e questo il ragazzo lo ha molto apprezzato per la maturità dimostrata nei suoi confronti e per i suoi interessi. Andiamo poi a casa di Klizia dove scopriamo anche quali sono i percorsi della vita di una famiglia colpita da un trauma del genere. Angela Mastronuzzi Oncoematologo pediatra racconta il viaggio su Nave Italia di alcuni ragazzi che hanno avuto questi problemi o che li stanno vivendo. Viene raccontato poi anche il quotidiano della casa famiglia, Natascia sottolinea come in queste situazioni ci si faccia forza l’uno con l’altro. Un aiuto che arriva dalle altre persone e anche dal fatto di non sentirsi gli unici in queste situazioni. Sicuramente l’esperienza di Klizia nel mare lontana dai genitori e con altri ragazzi che hanno provato le sue stesse cose è un motivo importante per crescere alla ricerca di un nuovo domani che possa regalarle sorrisi e grandi emozioni. Un viaggio che ricorderà per sempre e che potrebbe segnare la sua rinascita. Simone è un bimbo veramente piccolo che dimostra una forza incredibile, quella di chi ha voglia di vivere ancora a lungo.



Roberto, Klizia e Simone lottano lo stesso male – Roberto è stato ricoverato in ospedale con la famiglia che si è trasferita a Roma proprio per portarlo al Bambino Gesù ospedale pediatrico molto famoso. Ha dovuto sostenere un trapianto del midollo per uscire da un incubo in cui è caduto all’improvviso e senza nessun tipo di preavviso. La Responsabile Trapianto Emopoietico e Terapie Cellulari Alice Bertaina spiega come funziona il trapianto di midollo come una trasfusione di sangue. Klizia ha diciotto anni e abita a Castelverde, è una nuotatrice. La ragazza racconta di aver accusato dei problemi ai polpacci che bruciavano mentre saliva le scale e subito è stata ricoverata quando è stata portata al pronto soccorso. La madre racconta il loro approccio di fronte alla leucemia. Per Klizia è stata la caduta in un brutto sogno. La dottoressa Alice Bertaina intanto spiega ai genitori di Roberto cosa fare per arrivare al trapianto del midollo che dovrebbe arrivare da uno di loro due genitori compatibili al cinquanta per cento. Klizia racconta che si era fatta dei programmi nella vita e tutto è andato in frantumo. Per due anni non ha più potuto nuotare, prendere il brevetto da bagnina e che aveva comprato il kit per il nuovo anno che è rimasto tutto incartato. Simone ha cinque anni e sua madre Natascia racconta la sua infanzia quando già a nove mesi il bimbo camminava. Si sono trasferiti dalla Campania a Roma per curarsi al Bambino Gesù. Il bambino si è svegliato di notte per un forte dolore alle gambe, aveva una leucemia acuta.



L’accettazione della malattia – L’accettazzione della malattia è uno dei punti centrali all’interno del processo di guarigione e di lotta da uno dei problemi più grandi di questo mondo e cioè quando viene a mancare la cosa a noi più cara la salute. Tramite dieci storie di dieci piccoli eroi ci viene raccontata la vita ne I ragazzi del Bambino Gesù. Su Rai Tre parte questo esperimento estremo che sicuramente ci racconta delle emozioni e ci fa vivere diverse sensazioni particolari. Staremo a vedere come reagirà il pubblico di fronte a delle situazioni piuttosto particolari e forti. Un pubblico che ha apprezzato moltissimo la serie tv Braccialetti rossi che trattava lo stesso tema, ma in versione fictionale. Di fronte alla verità ovviamente è molto più dura e ci regala una riflessione su quella che è la vita e su quelli che sono spesso i meccanismi che ci portano ad essere troppo superficiali. Staremo a vedere le storie di questi dieci piccoli eroi che hanno accettato di mostrarsi al pubblico. Roberto ha diciassette anni e così all’improvviso è stato colpito dalla leucemia, la mamma Silvia racconta la sua storia.

Una storia lunga un anno – Una storia lunga un anno all’interno di cinque reparti del famoso Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma ci porterà a capire diverse dinamiche che sicuramente ci commuoveranno e sensibilizzeranno anche i telespettatori. Dopo il grande successo di Braccialetti Rossi sulla Rai torna un appuntamento che riguarda il mondo terribile della malattia infantile, stavolta però con un appuntamento con la realtà, con tante famiglie che soffrono, ma che hanno voglia di rialzarsi per vivere ancora una volta una tranquillità meritata. Sulla pagina ufficiale di Facebook del programma possiamo leggere: “Questa è una storia lunga un anno. Per la prima volta cinque reparti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù hanno aperto le loro porte per faric conoscere le vite di dieci ragazzi coraggiosi”, clicca qui per il video e per i commenti dei follower della pagina.

I protagonisti – Daria Bignardi, direttore di Rai Tre, ha definito così l’obiettivo di I ragazzi del Banbino Gesù, il documentario in onda stasera sulla terza rete alle 22.50: “L’obiettivo de I ragazzi del Bambino Gesù è vincere la paura della malattia, che assieme alla salute accompagna i nostri passi”. La docu-serie segue le storie di dieci piccoli pazienti che lottano quotidianamente contro la malattia nell’ospedale pediatrico più grande d’Europa. C’è per esempio Caterina, 15enne di Acerra in attesa di trapianto di rene: a donarglielo sarà sua mamma Marilisa, grazie alla compatibilità clinica ha potuto ridurre ad appena due mesi i tempi della dialisi della figlia. Scopriremo poi la storia di Flavio, 14 anni, e Klizia, 18 anni, due dei tra i centomila pazienti che ogni anno varcano l’ingresso dell’ospedale di piazza Sant’Onofrio per curare la leucemia linfoblastica acuta, la forma di cancro più diffusa in età infantile. Impareremo a conoscere anche la sedicenne Alessia, in attesa di ricevere un trapianto di cuore.

I ragazzi del Bambino Gesù: anticipazioni e diretta,  – Il documentario che andrà in onda domani, domenica 19 febbraio, su Rai3 alle 22:50. Protagonisti dieci bambini che racconteranno le loro storie in altrettante puntate: sarà, dunque, possibile conoscere la malattia dal punto di vista di Roberto, Klizia, Annachiara, Flavio, Giulia, Caterina, Sabrina, Simone, Alessia e Sara. Il progetto si discosta dalla fiction “Braccialetti Rossi”, interpretata da attori: nel documentario ideato da Simona Ercolani e realizzato da “Stand by me” i protagonisti sono proprio i pazienti. Non tutti gli addetti ai lavori hanno apprezzato questa scelta, spiegata dalla regista: «Vogliamo raccontare l’autenticità della malattia entrando in punta di piedi in una realtà fatta di sofferenza, ma pure di grande speranza» riporta La Stampa. L’obiettivo de “I ragazzi del Bambino Gesù” è di vincere la paura della malattia. La docu-serie, che verrà trasmessa fino al 23 aprile, è stata patrocinata dal Ministero della Salute e dal Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza. 

I ragazzi del Bambino Gesù: la storia di Roberto – Roberto è uno dei dieci giovani protagonisti del documentario “I ragazzi del Bambino Gesù”, in onda oggi in seconda serata su Rai Tre. Il diciassettenne Roberto vive a Trieste con mamma Silvia e la sorella Giovanna. I suoi genitori hanno divorziato quando lui aveva appena 4 anni ma hanno sempre mantenuto dei buoni rapporti. Alla scoperta della malattia del figlio hanno fatto fronte comune per affrontare il problema. Roberto sogna di diventare un ingegnere informatico e intanto frequenta il Liceo Scientifico di Trieste. Il giovane è un tipo che piace, intelligente e un po’ misterioso, cosa che gli ha permesso di non avere problemi con le ragazze. Con la malattia per le cose si sono fatte più difficili. La diagnosi della leucemia linfoblastica acuta fatta ad aprile del 2015 ha cambiato la sua vita per sempre. Dopo aver scoperto di essere malato Roberto ha chiuso le porte col mondo: la malattia gli lasciava infatti poche speranze di vita. Ora però c’è una speranza: un tipo di trapianto sperimentale di midollo con cellule provenienti da un donatore familiare non compatibile ha infatti buone possibilità di riuscita. A fargli questo grande dono sarà mamma Silvia, che insieme a papà Alberto è andata con lui a Roma.

I ragazzi del Bambino Gesù: il messaggio – La lotta quotidiana di dieci piccoli pazienti, ricoverati al Bambino Gesù, è raccontata dal documentario che farà il suo debutto su Rai3 domani sera. La serie descrive anche le emozioni che devono affrontare i bambini e le loro famiglie quando scoprono la malattia, che non deve essere un tabù: «Il documentario ci insegna che la malattia è una condizione che attiva meccanismi di coraggio e di solidarietà» ha dichiarato Filomena Albano, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza. Il grande messaggio che questo progetto vuole lanciare è semplice: non bisogna darsi mai per vinti nel percorso verso la guarigione. Al termine di ogni puntata di “I ragazzi del Bambino Gesù” sui social dell’ospedale un pediatra e uno specialista risponderanno in diretta alle domande del pubblico sulle questioni sollevate dal racconto. «Il documentario I ragazzi del Bambino Gesù porterà a tutti il messaggio della vita che c’è in ospedale così come è stata raccontata dai pazienti stessi e dalle loro famiglie» scrive l’ospedale su Facebook. Clicca qui per leggere il messaggio integrale.